Partito radicale (PR)
Formazione politica italiana, espressione della sinistra liberale, sorta nella seconda metà del 19° sec., e poi, in forme nuove, nel 1955.
Fondato alla fine degli anni Settanta del sec. 19° da parte di esponenti della sinistra mazziniana (A. Bertani e F. Cavallotti in primis), il PR si impegnò su temi di riforma sociale, preoccupandosi di avviare una legislazione protettrice del lavoro (1879); con Cavallotti si schierò contro l’autoritarismo crispino (1890-98), ma, ai limiti fra repubblicanesimo e socialismo, non seppe qualificarsi di fronte all’elettorato come forza politica autonoma e nettamente configurata. Sotto la guida di E. Sacchi sostenne fino al 1906 l’opera riformatrice di G. Giolitti; frantumatosi in piccoli gruppi dopo la Prima guerra mondiale, dopo la breve ma significativa esperienza del governo di F.S. Nitti, fu soppresso dal fascismo, sebbene in parte la sua ispirazione si ritrovò in quella componente dell’antifascismo che diede vita a Giustizia e libertà e al Partito d’azione.
Nel dic. 1955, per iniziativa dell’ala sinistra del Partito liberale e del gruppo degli Amici del Mondo, fu costituito il nuovo Partito radicale dei liberali e democratici italiani (PRLDI). Dopo un deludente debutto elettorale alle politiche del 1958, nelle quali aveva presentato liste comuni col PRI, si avvicinò al PSI e alla formula del centrosinistra, linea non condivisa dalla sinistra radicale di cui era portavoce M. Pannella. I contrasti interni portarono nel 1962 alla crisi del PRLDI e alla riorganizzazione del partito attorno alla sua ala sinistra (primavera 1963) con il nuovo nome di Partito radicale (PR). Guidato da Pannella, il PR si caratterizzò soprattutto per il ricorso a metodi di lotta ispirati ai principi della non violenza (disobbedienza civile, marce, digiuni), diventando punto di riferimento per movimenti quali la Lega degli obiettori di coscienza, il movimento di liberazione della donna, il movimento di liberazione omosessuale ecc. La campagna in difesa della legge sul divorzio e la vittoria dello schieramento divorzista nel referendum del 12-13 maggio 1974 indussero i radicali a considerare il referendum come un importante strumento di intervento politico e a promuovere negli anni successivi una serie di referendum abrogativi di norme civili o penali ritenute illiberali. Presentatosi per la prima volta alle elezioni politiche nel 1976, il PR ottenne l’1,1% dei voti, mentre nelle consultazioni del 1979, del 1983 e del 1987 raccolse rispettivamente il 3,4%, il 2,2% e il 2,6% dei voti. Nel 1989 il PR si trasformò in PR transnazionale, aprendo sedi in numerosi Paesi, e da allora non ha più partecipato, come tale, a consultazioni elettorali nazionali. Nelle elezioni politiche del 1992 la Lista Pannella, costituitasi per iniziativa di esponenti radicali, ottenne comunque l’1,7% dei voti; nelle successive elezioni del 1994 e del 1996 (qui nella coalizione di centrodestra) raccolse, rispettivamente, il 3,5% e l’1,9%. Nelle elezioni europee del giugno 1999 i radicali si presentarono con una propria lista, denominata Lista Bonino, giungendo all’8,5% dei consensi. Il successo riportato in tale consultazione, legato a una vivace campagna d’opinione condotta sui media, non si tradusse tuttavia in una crescita politica del movimento radicale. La Lista Bonino ottenne infatti solo il 2,2% (quota proporzionale alla Camera) nelle elezioni politiche del maggio 2001. A luglio venne quindi costituita una nuova formazione, denominata Radicali italiani, coi leader storici Pannella e Bonino, D. Capezzone come segretario e L. Coscioni come presidente. Negli anni successivi, i radicali hanno portato avanti battaglie per la laicità dello Stato, l’eutanasia, la fecondazione assistita. Sul piano politico, rottasi l’alleanza con S. Berlusconi, si sono volti verso il centrosinistra, costituendo assieme ai socialisti dello SDI la lista della Rosa nel pugno (nov. 2005), che aderì all’Unione guidata da R. Prodi. Nel 2006 Rita Bernardini subentrò come segretaria a Capezzone, il quale, in polemica con Pannella, nel 2008 abbandonò i radicali. Alle elezioni del 2008 i radicali si presentarono nelle liste del PD, ottenendo 9 parlamentari. Nel nov. 2009 hanno eletto come nuovo segretario M. Staderini.