Partito sardo d'azione
(PSD’AZ) Partito politico italiano. Il PSD’AZ fu fondato nel 1921 per iniziativa di D. Cova, E. Lussu e altri ex combattenti della brigata Sassari sulla base di un programma autonomista e liberista. Con l’avvento del regime fascista, molti sardisti confluirono nel PNF, mentre il PSD’AZ veniva soppresso (1926). Il partito si ricostituì alla caduta del fascismo, e nel 1944 tenne il suo 1° Congresso. Qui Lussu attenuò le istanze autonomiste a favore di quelle di tipo sociale e socialista, ma nel 1948 fu costretto a lasciare il partito per costituire quel Partito sardo d’azione socialista che ben presto sarebbe confluito nel PSI. Partito dalla forte impronta regionale, contribuì all’elaborazione dello statuto speciale sardo, marcando la sua presenza in numerose amministrazioni locali e in varie giunte regionali, in alleanza con la Democrazia cristiana o in coalizioni di centrosinistra. Negli anni Settanta il partito assunse una collocazione di sinistra, iniziando a collaborare col PCI, ma negli anni successivi riprese una collocazione super partes, che privilegiava largamente l’istanza autonomistica, vivendo un’ascesa che lo portò alle elezioni regionali del 1984 a superare in Sardegna il 13% dei voti. Parte delle coalizioni di centrosinistra negli anni Novanta, a partire dal 1999 il PSD’AZ è tornato a presentarsi da solo. Nel 2006, la decisione del segretario G. Sanna di stringere un accordo elettorale con la Lega Nord nell’ambito del Patto per le autonomie, aprì un vivace dibattito all’interno del partito. La divisione si è rinnovata nel 2009, allorché il PSD’AZ ha appoggiato alle elezioni regionali il candidato di centrodestra, mentre una minoranza dissidente ha sostenuto R. Soru, espressione del centrosinistra.