partitopoli
(Partitopoli), s. f. inv. Scandalo suscitato dagli episodi di malversazione verificatisi all’interno dei partiti politici.
• la scelta caduta sull’ex assessore di [Francesco] Musotto (a sua volta sempre più vicino a Raffaele Lombardo) ha scatenato la reazione del Pd: «Da parentopoli siamo passati a partitopoli ‒ dice il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici ‒. Nei giorni scorsi mi ero chiesto i motivi della nomina di [Nicola] Vernuccio a superconsulente della Regione e oggi, quando ho saputo della sua nomina a commissario provinciale del Mpa, la risposta è arrivata da sola». (Repubblica, 2 ottobre 2008, Palermo, p. IV) • Da Severino Citaristi a Francesco Belsito. L’abisso che divide e il filo che unisce Tangentopoli e Partitopoli è tutto nella storia di questi due tesorieri, l’uomo della cassa dello Scudo crociato e l’uomo della cassa di «The family». […] Se Tangentopoli fu l’atto fondativo della Seconda Repubblica, bisogna dedurre che Partitopoli ne è l’atto conclusivo. (Antonio Polito, Corriere della sera, 6 aprile 2012, p. 50, Idee & opinioni).
- Composto dal s. m. partito con l’aggiunta del confisso -poli2.
- Già attestato nella Repubblica del 27 settembre 1992, p. 1, Prima pagina (Alberto Cavallari).