parvente
È adoperato sempre come aggettivo, con due sole eccezioni. Significa " visibile ", " che si presenta alla vista ", e funge in sostanza da participio presente di ‛ parere ' (nel senso di " apparire "), per lo più come predicativo.
Una sola occorrenza nel Convivio (I I 15 questo pane, cioè la presente disposizione, sarà la luce la quale ogni colore di loro sentenza farà parvente), le altre nel Paradiso: XIX 57 nostra veduta... / non pò da sua natura esser possente / tanto, che suo principio non discerna / molto di là da quel che l'è parvente, che " le appare " (in senso traslato, come nel passo del Convivio); la figura / che ... ti sarà parvente, XXI 18; dopo il tramonto il cielo, prima illuminato dal sole, si rifà parvente [" cioè apparente si fa e dimostrasi ", Buti] / per molte luci (XX 5), vale a dire per effetto delle stelle (cui alludono le parvenze di Pd XIV 71); X 42 Quant'esser convenia da sé lucente / quel ch'era dentro al sol dov'io entra'mi, / non per color, ma per lume parvente!, " essendo quelle anime visibili... non per colore diverso da quello del Sole, ma per luminosità superiore a quella di lui " (Scartazzini-Vandelli). Cfr. ancora XVII 36, dove Cacciaguida è definito quello amor... / parvente del suo proprio riso, " idest, velatus suo lumine laeto, et apparens per illud " (Benvenuto), e, con più deciso valore attributivo, XXIV 65 fede è sustanzia di cose sperate, / ed argomento de le non parventi, per cui cfr. Tomm. Sum. theol. II II 4 1.
Con valore di sostantivo, in Rime XLIX 10 Deo, quanto fie poca addimoranza, / secondo il mio parvente, il mio " parere ", analogo a Vn III 10 3 (il Contini definisce qui p. un " provenzalismo ": cfr. Letteratura italiana delle origini, Firenze 1970, 310). V. anche PARERE (sost.).