parvo
Latinismo per " piccolo ", che ricorre tre volte nella Commedia, con varie sfumature di significato.
Si noti che in tutti i luoghi l'aggettivo si accompagna ad altri termini tolti di peso dal lessico latino (cogitazioni, larve, statera; in parvo loco è poi una pretta espressione latina); e si notino anche le due occorrenze in rima: parvi - con dimandarvi e sodisfarvi - è l'unica rima in -arvi della Commedia; la rima -arve, oltre che in Pg XV 129 (con apparve e larve), ricorre solo in Pd XXX 89-93 parve (forma verbale) / larve / disparve.
È attribuito a un oggetto materiale - loco, nella metafora del contesto, è il " foglio " su cui si scrive - in Pd XIX 135 a dare ad intender quanto [Federico II re di Sicilia] è poco, / la sua scrittura fian lettere mozze, / che noteranno molto in parvo loco, in uno " spazio ristretto ".
Per " di poca importanza ", " non impegnativo ", è riferito ai pensieri, le ‛ cogitazioni ' di D. che, quantunque parve, non potrebbero sfuggire a Virgilio anche se il poeta avesse cento larve / sovra la faccia (Pg XV 129; ma cfr. Benvenuto: " non mi sarien chiuse, idest, ignotae, le tue cogitazion, quantunque parve, idest occultae et absconditae ", forse per estensione di quest'ultima glossa all'intero contesto). In un contesto similmente spirituale in Pd IV 138 Io vo' saper se l'uom può sodisfarvi / ai voti manchi sì con altri beni, / ch'a la vostra statera non sien parvi, " piccoli e none equivalenti " (Buti), " insufficienti " (Scartazzini-Vandelli).