ADORNO, Pasquale
Nacque a Genova il 23 ag. 1750 da Antonio. Fu membro del Minor Consiglio e del Magistrato di sanità. Nel settembre 1797, dopo la caduta della Repubblica aristocratica, fu tra i nobili arrestati per motivi di sicurezza dal governo democratico e tassato per 10.000 lire. Nell'autunno del 1799 partecipò a un vasto movimento controrivoluzionario di nobili emigrati e di popolani della città e della riviera, i cui capi si radunavano a Genova nell'osteria di Marco Antonio Solari fuori Porta S. Tommaso, col programma di chiamare gli Austriaci e formare una reggenza presieduta dall'Adorno. Scoperta la congiura ai primi di novembre, molti dei minori implicati, quasi tutti popolani, vennero fucilati; l'A. fu condannato a morte in contumacia: il proclama della commissione militare lo definiva "nuovo Catilina".
L'A. rientrò a Genova nel 1805, e nel 1811 fu membro del Consiglio municipale. Caduto Napoleone e restaurata per breve tempo la Repubblica aristocratica (1814), fu decurione. Annessa poi la Liguria al Piemonte (1815), si ritirò a vita privata.
Morì il 5 genn. 1820.
Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., Adorno, tav. III; A. Clavarino, Annali della Repubblica di Genova 1797-1805, Genova 1852-53, I, pp. 41, 150, 159, 170; III, pp. 21-24, 35, 37, 40-42; L. Grassi, Cenni stor. sulla Liguria, Genova 1858, p. 90; U. Mazzini, L'occupazione austro-anglo-russa del golfo de La Spezia, in Giorn. stor. della Lunigiana, V (1913), p. 72; A. Segre, Il primo anno del Ministero Vallesa, Torino 1928, p. 343; V. Vitale, O. Scassi e la vita genovese del suo tempo, in Atti d. Soc. ligure di storia patria, LIX (1932), pp. 87 s.; Id., L. Serra e i Novemviri, in Raccoglitore Ligure, II (1933) nn. 5-10.