AMATO, Pasquale
Baritono. Nacque a Napoli il 21 marzo 1878; già avviato agli studi di ingegneria, li abbandonò per dedicarsi al canto, iscrivendosi al conservatorio napoletano di S. Pietro a Maiella. Nel febbraio 1900, l'A. esordì, con notevole successo, nella Traviata di G. Verdi al teatro Bellini di Napoli.
Quattro anni dopo, ricco ormai di un repertorio di una trentina di opere, l'A. si recò dapprima a Londra, dove piacque specialmente la sua interpretazione di Escamillo nella Carmen di G. Bizet al teatro Covent Garden, e poi a Buenos Aires. Nel 1906 ebbe molto successo nella Zazà di R. Leoncavallo al teatro Adriano di Roma, e nel 1908, prendendo parte alla prima scaligera di Pélleas et Mélisande di C. Debussy, sotto la direzione di A. Toscanini, diede efficacissimo risalto, vocale e scenico, al personaggio di Golaud. Recatosi poi negli Stati Uniti, l'A. divenne in breve uno dei principali interpreti del teatro Metropolitan di New York, che lo tenne impegnato quasi ininterrottamente durante le stagioni tra il 1908 e il 1921. Colà ebbe modo di partecipare alle prime rappresentazioni della pucciniana Fanciulla del West (10 dic. 1910), insieme con Enrico Caruso ed Emmy Destinnova, del Cyrano de Bergerac di W. Damrosch (27 febbr. 1913), della Madame Sans-Gêne di U. Giordano (25 genn. 1915) e di numerose altre opere che venivano eseguite per la prima volta in America: Le Villi di G. Puccini, Wally di A. Catalani, Germania di A. Franchetti, Amore dei tre re di I. Montemezzi, Lodoletta di P. Mascagni ecc.
Dotato di bella e prestante figura, distinto e cordiale nel tratto, l'A. godé del costante favore del pubblico, producendosi in un repertorio estesissimo e vario che spaziava da R. Wagner (Tristano, Lohengrin)aC. Debussy, da G. Verdi a G. Puccini, da P. Mascagni a F. Cilea (di cui aveva interpretato Gloria il 15 apr. 1907 alla Scala di Milano). Ciò gli era consentito e dal suo temperamento e dall'estensione (fino al la acuto) della sua robusta e duttile voce. Negli anni del suo soggiorno in America, la sua fama fu quasi pari a quella di E. Caruso. L'A. rivaleggiò a lungo degnamente con il conterraneo Antonio Scotti e con il pisano Titta Ruffo, pur senza disporre del volume di voce di quest'ultimo e del raffinato ed estroso gioco scenico del primo.
Ritiratosi dalle scene nel 1933, l'A. trascorse quasi dimenticato e assai modestamente i suoi ultimi anni, dirigendo una scuola di canto nella università della Luisiana, dopo aver sperato invano di ottenere un posto di regista in uno degli enti lirici italiani. Morì a New York il 12 ag. 1942.
Bibl.: G. Lauri Volpi, Voci parallele,Milano 1955, pp. 183, 191 s.; G. Grove's Dict. of music and musicians,I, London 1954, p. 132; Encicl. dello Spettacolo,I, coll. 454 s.