BETTI, Pasquale (detto Pasqualino)
Nacque a Camaiore (Lucca) verso la fine del sec. XVII. Secondo il Nerici, sarebbe nato circa il 1660, ma questa data è da ritenersi errata, considerando quelle successive (documentate) dell'attività del B. ed è, quindi, da posticipare di almeno venticinque anni. Dotato di voce dolce ed estesa, il B. - che quasi certamente dovette, studiare a Lucca, città ragguardevole per una fiorente tradizione musicale - si fece presto conoscere come buon cantore, e come tale si recò a Lisbona, presso la corte portoghese. Di ritorno in Italia, dopo aver ricevuto onori e nicompense in Portogallo, il 14 apr. 1707 fu accolto per i suoi meriti alla cappella pontificia in qualità di soprano soprannumerario e il 25 sett. M2 ammesso "a paga", regolarmente stipendiato, cioè, e con tutti i diritti e i benefici connessi all'impiego di cappellano cantore. Cantante di autentico valore, venne chiamato anche nelle maggiori chiese dì Roma per prestare la sua opera e, non mancando, inoltre, d'interessarsi alla vita musicale romana, partecipò sovente alle varie accademie che si tenevano nelle case dei cardinali o in quelle dei principi. Il 28 dic. 1721 il B. fa nominato puntatore e segretario della cappella pontificia per un anno e nella Congregazione del 28 dic. 1724 al palazzo della Cancelleria venne eletto maestro della stessa cappella per l'anno 1725. Sette anni dopo, il 13 apr. 1732, compiuti i venticinque anni di servìzio, fu "giubilato" dalla cappella, ma non cessò la sua attività, il cui ricordo più saliente è legato a una grandiosa manifestazione musicale svoltasi a Roma nel 1739. Il B. sostenne, infatti, una delle parti principali nella prima esecuzione integrale (romana) dei cinquanta Salmi davidici musicati da Benedetto Marcello., che era stata indetta dal cardinale Pietro Ottoboni nel palazzo della Cancelleria e distribuita in dodici serate, dall'8 giugno al 23 settembre.
L'avvenimento fu veramente molto importante, sia per il concorso dei migliori cantanti presenti a Roma ìn quel'tempo e di ventiquattro membri della cappella pontificia, nonché di nove strumentisti, sia per l'accorrere della élíte della società romana civile ed ecclesiastica. Ogni serata era preceduta da un discorso d'occasione tenuto da dotti religiosi e per questi trattenimenti, rimasti forse come il primo esempio della forma perfetta delle "accademie musicali", l'abate Francesco Lorenzini, custode generale dell'Arcadia, scrisse una Canzone (Per la parafrasi volgare de' primicinquanta salmi di David fatta sentire…,in Roma, per Antonio de' Rossi, 1739) e vennero anche stampate alcune poesie occasionali su foglietti volanti di pregevole veste tipografica. Il Sacchi lasciò scritto che il B., scelto, insieme con i suoi colleghi, tra "i primi cantori di quell'età… forse maì non ebbe pari".
Il B. morì a Roma il 3 sett. 1752, e non (come afferma il Nerici) "circa il 1740".
Fonti e Bibl.: Roma, Bibl. Ap. Vat., nus., Cappella Sistina, Diario n. 142,cc.1r, 2r, 64v, 67r; n. 144, pp. 195, 197 s.; A. Adami, Osservazioni per ben regolare il coro dei cantori della Cappella Pontificia…,Roma 1771, p. 215; [G.Sacchi]. Vita di Benedetto Marcello… con l'aggiunta delle risposte alle censure dei signor Saverio Mattei…,Venezia 1788, p. 26; L. Nerici, Storia della musica in Lucca,in Mem. e doc. per servire alla storia di Lucca,XII-XIV, Lucca 1990, pp. 274. 294; E. Celani, I cantori della Cappella Pontificia nei secc. XVI-XVII,in Riv. music. ital.,XVI(1909). I, p. 79. S. Maffei, Epsttolario,acura di C. Garibotto, II,Milano 1955, p. 890.