DEL PEZZO, Pasquale
Appartenente ad antica e nobile famiglia napoletana, figlio di Gaetano duca di Caianello (titolo che ereditò nel 1889) e di Angelica Caracciolo dei principi di Torello, nacque il 2 maggio 1859 a Berlino dove il padre si trovava come ministro del re del Regno delle Due Sicilie presso il re di Prussia. Dopo la fine del Regno la famiglia tornò a Napoli e qui il D. compì i suoi studi. Nel 1880 si laureò in giurisprudenza e subito dopo si iscrisse alla facoltà di scienze naturali, conseguendo nel 1882 la laurea in matematica. Si dedicò quindi in particolare allo studio della geometria e ricopri, prima per incarico, poi come titolare, la cattedra di geometria proiettiva nell'università partenopea.
Studioso dai vasti interessi culturali (si interessò di letteratura e di arte, si dedicò a ricerche di matematica applicata all'economia), il D. dette i maggiori contributi nel campo della geometria degli spazi ad n dimensioni. Il metodo da lui seguito in questo settore di ricerca innestava sulla precedente tradizione scientifica gli apporti più significativi del nuovo indirizzo positivista. Tra i suoi lavori sono da ricordare: Sulle superficie dell'nno ordine immerse nello spazio di n dimensioni, in Rend. del Circolo matem. di Palermo, I (1887), pp. 241-71, nel quale egli espose il teorema che porta il suo nome ("le superfici di ordine n nello spazio a n dimensioni, per n maggiore di 9, sono tutte rigate"); Intorno ad una superficie di sest'ordine con nove rette doppie, in Rend. della R. Accad. delle scienze fisiche e matem. (Napoli), s. 3, III (1897), pp. 196-203; numerosi contributi sulla riduzione delle singolarità delle curve e della superficie, tra i quali particolare importanza rivestono i saggi Punti singolari delle superfici algebriche e Superfici di Riemann relative alle curve algebriche, entrambi apparsi nei Rend. del Circolo matem. di Palermo, III (1892), pp. 115-26, 139-54; nonché le memorie - circa venti - nelle quali il D. espose in maniera sistematica i risultati della sua indagine matematica come, ad es., Intorno ai punti singolari delle curve algebriche (in Rend. della R. Acc. d. scienze fis. e matem. (Napoli), s. 2, VI [1893", pp. 15-21), Una trasformazione cremoniana fra spazi a quattro dimensioni (ibid., s. 3, II [1896], pp. 336-44) e Le trasformazioni coniche dello spazio (ibid., pp. 288-96). Si deve inoltre ricordare che il D. dette il suo nome ad alcune superfici algebriche aventi come sezioni piane, curve ellittiche e certi coni connessi con le calotte superficiali del secondo ordine i quali sono invarianti di tipo proiettivo differenziale. Il D., infine, scrisse opere destinate alle scuole, tra le quali particolarmente importante è il volume Principi di geometria proiettiva, tratto dalle lezioni tenute negli anni 1905-1907 e pubblicato in due volumi a Napoli nel 1908 e in edizione ridotta di un solo volume sempre a Napoli l'anno successivo.
Oltre a svolgere un'intensa attività scientifica, didattica ed accademica (fu rettore dell'università di Napoli nei bienni 1909-1911 e 1919-1921), il D. prese parte con impegno alla vita politica cittadina. Schierato nel raggruppamento liberaldemocratico, aderì nel 1906 al Fascio liberale che riuniva l'opposizione alla giunta comunale moderata guidata da F. Del Carretto. Nel luglio 1914 si presentò alle elezioni municipali nel Blocco popolare, che riuniva il Partito democratico costituzionale, i radicali, i repubblicani e i socialisti riformisti. Il risultato fu favorevole al Blocco, che conquistò la maggioranza. Il D. venne allora chiamato a ricoprire la carica di sindaco, alla guida di una giunta formata da esponenti della composita maggioranza bloccarda. Il nuovo governo municipale cercò di impostare una politica nettamente diversa da quella moderata della giunta precedente. Ma lo scoppio della guerra mondiale e la successiva partecipazione dell'Italia al conflitto aprirono per la città di Napoli nuovi, gravi problemi; in primo luogo quello dell'approvvigionamento e del rincaro dei prezzi dei prodotti di prima necessità. In questa situazione la giunta guidata dal D. non fu in grado di realizzare le linee principali del programma elettorale e non modificò nella sostanza le precedenti situazioni di potere economico, alle quali finì per affidare la soluzione dei nuovi, urgenti problemi aperti dalla guerra. La politica moderata della giunta ebbe la conseguenza di. far nascere aspri contrasti all'interno della maggioranza muncipale. Dopo esser riuscito, attraverso rimpasti della giunta, ad evitare la crisi, nel maggio 1917 il D. fu costretto a dimettersi. Non abbandonò, comunque, la vita politica: dopo la conclusione della guerra fu nominato senatore il 6 ott. 1919 (18ª categoria).
Insignito di medaglia d'oro (1915) per i suoi meriti nell'organizzare i soccorsi dopo il terremoto degli Abruzzi, e di varie altre onorificenze, socio di numerose accademie italiane e straniere - come la Società reale di Napoli (di cui fu anche presidente), l'Accademia Pontaniana e la Société mathématique de France - il D. morì a Napoli il 20 giugno 1936. Aveva sposato in prime nozze la scrittrice svedese Anne Charlotte Leffier (che morì nel 1892), sorella del matematico G. Mittag Leffier.
Fonti e Bibl.: Commem. di G. Gallucci in Rendiconti d. R. Acc. delle scienze fisiche e matematiche di Napoli, s. 4, VIII (1938), pp. 162-67 (con l'elenco delle opere); A. Malatesta, Ministri deputati senatori, I, Milano 1940, p. 342;F. G. Tricomi, Matematici ital. del primo secolo dello Stato unitario, in Atti dell'Acc. delle scienze di Torino, cl. di sc. mat. fisiche e nat., s. 4, I (1961), pp. 43 s.; A. Scirocco, Dall'Unità alla prima guerra mondiale, in Storia di Napoli, X, Napoli 1971, pp. 76, 81, 89 ss., 119; J. C. Poggendorff, Biograph.- lit. Handwörterbuch zur Geschichte d. exakten Wissensch., IV, pp. 312 s.; Enc. It., XX, p. 733 (sub voce, Leffier, Anne Charlotte); V. Spreti, Enc. storico-nobil. ital., V, p. 309.