FESTA CAMPANILE, Pasquale
Nacque a Melfi (Potenza) il 28 luglio 1927 da Raffaele e Olga Pappadà. Si trasferì, giovanissimo, a Roma, dove, ancor prima di laurearsi in giurisprudenza, iniziò una brillante pratica di scrittore e giornalista: a cominciare dalla metà degli anni Quaranta, apparvero alcuni suoi racconti su pubblicazioni specialistiche, e, dal 1947, fu redattore della rivista La Fiera letteraria. Non tardarono ad arrivare i riconoscimenti per queste attività, come il premio letterario La Caravella, ricevuto nel 1948, e il Marzotto per il giornalismo, vinto tre anni più tardi.
Nello stesso periodo lavorò anche per la radio e, in anni successivi, per la televisione. Il suo esordio cinematografico, come cosceneggiatore di Faddija (La legge della vendetta, regia di R. Montero), avvenne nel 1949 e rimase un episodio isolato fino al 1955, quando scrisse, in collaborazione con M. Franciosa, Gli innamorati (regia di M. Bolognini), che fu insignito del Nastro d'argento. Subito dopo, ancora con Franciosa, vi fu la sceneggiatura del film campione d'incassi della stagione 1956-57, Poveri ma belli (regia di D. Risi), un successo che sancì il definitivo riconoscimento di una delle coppie di sceneggiatori più significative e prolifiche del cinema italiano, il cui sodalizio sarebbe durato fino alla metà degli anni Sessanta.
Le due opere, fra i migliori prodotti della commedia popolare dell'epoca, propongono una divertita rappresentazione della gioventù romana, dove amicizie e amori difficilmente superano i confini del quartiere, spensieratezza e allegria compensano lo scarso agio economico, matrimonio e lavoro sono rifiutati in quanto tappe impegnative da rimandare all'età adulta. La complessa costruzione degli intrecci, in entrambi i casi a personaggi multipli in azione su piani diversificati, riflette l'abilità professionale degli autori, in grado di controllare l'insieme del materiale narrativo, coordinando le vicende dei singoli con i momenti corali.
Contemporaneamente, il F. pubblicò il primo romanzo, La nonna Sabella (Milano 1957), che resta fra i suoi più belli e per il quale ottenne il premio Re degli amici e il Corrado Alvaro.
Il libro, velatamente autobiografico, è incentrato sul personaggio di una nonna tirannica e ipocrita, attraverso cui l'autore schizza un ritratto, dal tono ora ironico ora nostalgico, della piccola borghesia provinciale del Meridione italiano. La scrittura sicura e l'originalità di talune invenzioni convinsero la critica, come l'arguzia dell'osservazione, capace di cogliere i particolari più sapidi, divertì il pubblico: quasi subito uscì, diretto da Risi, il film tratto dal romanzo, inaugurando la serie di trasposizioni cinematografiche di cui pure furono oggetto quasi tutti i libri successivi del Festa Campanile.
Sul versante cinematografico, dopo la collaborazione alle sceneggiature di alcuni capolavori di L. Visconti - come Rocco e i suoi fratelli (1960), Nastro d'argento per la sceneggiatura, e Il gattopardo (1963) - e di importanti opere del cinema italiano degli anni Sessanta - fra le quali L'assassino (regia di E. Petri, 1960), Le quattro giornate di Napoli (regia di N. Loy, 1962), Una storia moderna: l'ape regina (regia di M. Ferreri, 1963) -, giunse l'esordio registico, Un tentativo sentimentale, del 1963,diretto insieme con Franciosa, ove si tenta un'impegnativa quanto improbabile analisi psicologica della crisi esistenziale di un uomo e di una donna, la cui drammaticità appare sostanzialmente estranea alle corde dell'autore. Ancora in coppia con Franciosa fu la direzione dell'opera seconda, Le voci bianche (1964),ricognizione leggera e mai volgare nel mondo romano del teatro lirico settecentesco e dei suoi cantori evirati.
A partire dal successivo La costanza della ragione (1965),tratto dell'omonimo romanzo di V. Pratolini, il F. fu l'unico regista dei propri film, percorrendo un itinerario contraddistinto dall'intensità realizzativa e dal successo popolare. Le sue opere lo definiscono come artigiano corretto, abile e provveduto, esponente stimato del cinema leggero di media confezione.
Un certo scandalo suscitò La matriarca (1968), con Catherine Spaak, sulla caduta della supremazia erotica maschile; discorso ripreso, ed esteso alla trasformazione dei rapporti di forza fra uomo e donna anche fuori della sfera sessuale, nel Merlo maschio (interpretato, nel 1971, da Laura Antonelli e L. Buzzanca), fra i suoi film più apprezzati. Le due pellicole confermano come il terreno della commedia all'italiana fosse quello a lui maggiormente congeniale, sebbene percorso su binari abbastanza distinti da quelli di maniera.
Nel 1973 realizzò la versione cinematografica di Rugantino, dalla commedia musicale di P. Garinei e S. Giovannini, già diretta dieci anni prima a teatro. Il film segnò anche l'inizio del sodalizio con A. Celentano, che portò poi agli incassi miliardari di Qua la mano (1980) e Bingo Bongo (1982).
Dopo un silenzio narrativo quasi ventennale, tornò al romanzo, con Conviene far bene l'amore (Milano 1975),cui seguirono, a intervalli regolari di circa due anni, tutti gli altri titoli, fino a La strega innamorata (ibid. 1985)e a Buon Natale buon Anno (ibid. 1986)uscito postumo. Tema centrale e ricorrente di questa seconda fase del suo lavoro di scrittore è la dialettica fra sacro e profano: religione, peccato, superstizione e mistero da una parte, umanità, passione, dubbio e disincanto dall'altra. Fra i migliori si possono annoverare Il ladrone (ibid. 1977), storia semiseria del giovane imbroglione che fu crocifisso accanto a Gesù Cristo, e il vincitore del Campiello 1984, Per amore, solo per amore (ibid. 1984),che pure prende spunto da pagine evangeliche.
L'attività letteraria non frenò quella cinematografica, che anzi proseguì frenetica.
Divennero film sia Conviene far bene l'amore, nel 1975, sia Il ladrone, nel 1979, interpretati rispettivamente da G. Proietti e da E. Montesano. Tentò generi diversi, come la satira nel Soldato di ventura (1976), con Bud Spencer che veste i panni di Ettore Fieramosca, dove viene riletto in chiave dissacratoria l'episodio della disfida di Barletta; il thriller in Autostop rosso sangue (1977), per l'interpretazione di F. Nero e Corinne Cléry, figurativamente riferibile ai modelli del contemporaneo cinema americano, ma in sostanza conforme ai caratteri culturali e ideologici della piccola borghesia italiana; la commedia sofisticata in Come perdere una moglie... e trovare un'amante (1978), che, con risultati comunque più vicini alla pochade, sottopone i due protagonisti, J. Dorelli e Barbara Bouchet, ad un continuo gioco degli equivoci, con scambi delle parti e sostituzioni di persona.
Nel corso degli anni Ottanta il F. girò film contraddistinti da schemi collaudati e ingredienti di sicuro successo, sostenuti da sceneggiature piccanti e maliziose, animati da attori comici popolari, svolti con linguaggio semplice di immediata comprensione e sufficiente efficacia. Frequente appare il ricorso alla figura del "diverso": l'omosessuale (Culoe camicia, 1981),il transessuale (Nessuno è perfetto, 1981), il travestito (Più bello di così si muore, 1982); sempre in un contesto di costruzioni caricaturali, senza spessore satirico ma piene di trovate. Non mancano, infine, riferimenti ad eventi drammatici - la prima guerra mondiale in Porca vacca (1982) - e a temi sociali - l'ecologia in Bingo Bongo - lasciati, però, a mero livello di spunto.
Fanno in parte eccezione due opere di impianto solidamente drammatico, attraversate da una vena di sottile malinconia: La ragazza di Trieste (1982) e Uno scandalo per bene (1984).
La prima pellicola, tratta dall'omonimo romanzo del F. e interpretata da B. Gazzara e Ornella Muti, è la cronistoria del rapporto sentimentale fra un disegnatore di fumetti e una giovane alienata mentale e mostra maggiori ambizioni, anche formali. La seconda, con B. Gazzara e Giuliana De Sio, è l'ultima del F.: ispirata al famoso episodio dello smemorato di Collegno, noto pure come il "caso Bruneri-Canella", che appassionò l'opinione pubblica italiana negli anni Trenta, dà agio al regista di costruire il ruolo del protagonista come l'ennesima espressione dell'arte di arrangiarsi, pronto a trasformarsi a seconda delle circostanze, pur di sopravvivere.
Il F. fu, nel cinema come in letteratura, autore colto e vivace, attento soprattutto a mantenere il contatto con il pubblico, al cui gradimento attribuiva grande importanza e il cui consenso ottenne quasi sempre anche a scapito di un maggiore approfondimento dei temi trattati.
Morì a Roma il 25 febbr. 1986.
Opere: Oltre a quanto già citato nel testo ricordiamo il romanzo Il peccato (Milano 1980), e fra le sceneggiature, nel 1956: Terrore sulla città 1957: Vacanze a Ischia; La donna che venne dal mare; L'incanto della foresta; Il cocco di mamma; 1958: Ladro lui, ladra lei; Giovani mariti (premio al festival di Cannes per la migliore sceneggiatura); Belle ma povere; Venezia, la luna e tu; Totò e Marcellino; 1959: Poveri milionari; Il magistrato; La cento chilometri; Ferdinando I, re di Napoli; Tutti innamorati; 1961: La viaccia; Le tre "eccetera" del colonnello; 1962: La bellezza di Ippolita; Smog; 1963: In Italia si chiama amore.
Fra le regie si ricordano nel 1965: Una vergine per il principe;1966: Adulterio all'italiana; 1967: La cintura di castità; La ragazza e il generale;1968: Il marito è mio e l'ammazzo quando mi pare; 1969: Dove vai tutta nuda; 1970: Quando le donne avevano la coda; 1971: Quando le donne persero la coda; 1972: Iusprimae noctis; La Calandria; 1973: L'emigrante; 1974: La sculacciata;1976: Dimmi che fai tutto per me; 1977: Cara sposa; 1979: Gegè Bellavita; Il corpo della ragassa; Domenica (episodio di Sabato, Domenica, Venerdì);1980: Manolesta;1983: Un povero ricco; Il petomane.
Fonti e Bibl.: Necr. in Corriere della sera, 26 febbr. 1986; Il Tempo, 26 febbr. 1986. Non esistono studi, saggi, o altri lavori d'impianto specificamente critico dedicati al Festa Campanile. Si vedano unicamente alcuni dizionari a carattere specialistico, s.v.: Filmlexicon degli autori e delle opere, Roma 1959; Patalogo. Annuario dello spettacolo, nn. 1-10; Enc. dello spettacolo. Aggiornamento 1955-1965; Encicl. dello spett. (Garzanti), Milano 1982; F. Di Giammatteo, Diz. univ. del cinema, II, Roma 1985; 1975/1985: Le strane occasioni del cinema italiano. I registi e i film, a cura di A. Vannini, Firenze 1987.