PASQUALE II papa
Raniero, nativo di un piccolo villaggio presso Galeata (Ravenna), ed entrato nella vita monastica, fu da Gregorio VII elevato (verso il 1080) al cardinalato col titolo di S. Clemente. Alla morte di Urbano II (19 luglio 1099), Raniero fu eletto a succedergli il 13 agosto successivo e consacrato papa il giorno seguente. Il pontificato di P. è rimasto famoso soprattutto perché esso coincide col momento forse più drammatico delle lotte fra Papato e Impero a proposito della questione delle investiture. L'azione svolta da P. contro Enrico IV e gli antipapi imperiali Clemente III, Teoderico, Alberto e Silvestro IV; i suoi rapporti con Enrico V e la burrascosa situazione che ne derivò in seno alla curia, sono stati ampiamente trattati altrove (v. enrico iv; enrico v e, soprattutto, investiture, XIX, p. 429-430). I rapporti di P. con la Francia furono certo migliori, per quanto egli mantenesse nei riguardi dell'adultero Filippo I il fermo atteggiamento già assunto da Urbano II e solo nel 1104 lo riconciliasse con la Chiesa. Sotto il successore di Filippo, Ludovico il Grosso, la questione delle investiture fu regolata secondo una formula che anticipa sostanzialmente quella che sarà consacrata a Worms. In Inghilterra l'elezione di Anselmo al vescovato di Canterbury diede luogo a un vivace dissenso, poiché P. rifiutò al re Enrico I Beauclerk (1100-1135) l'autorizzazione d'investire Anselmo. Nel 1105, senza colpire direttamente il re, P. scomunicò i vescovi consiglieri di lui. Solo nel 1107 con l'accordo di Bec fu convenuto che l'investitura sarebbe stata sottratta completamente ai poteri laici, rimanendo fermo che il vescovo non poteva essere consacrato, se prima non avesse formulato davanti al re il giuramento di fedeltà. Durante il pontificato di P. i crociati conquistarono Gerusalemme. P. curò in Terra Santa l'organizzazione della gerarchia ecclesiastica latina e si mostrò favorevole alle imprese di Boemondo. E forse, anzi, fu questo il movente che spinse Alessio Comneno a iniziare con P. trattative per dirimere lo scisma, trattative che, peraltro, non ebbero conclusioni. P. morì nel 1118.
Fonti.: La più completa raccolta delle lettere di P. è in Patrol. Lat., CLXIII, coll. 31-418. Molte altre sono state pubblicate in seguito; per queste cfr. in Ph. Jaffé, Regesta, 2ª ed., Lipsia 1885, I, pp. 702-772 e P.F. Kehr, Regesta, Berlino 1906 segg. (lettere reg. sotto i singoli paesi). Vedi inoltre Liber Pontificalis, ed. L. Duchesne, II, Parigi 1892, pp. 296-310, 369-376; Monumenta Germ. historica, leges, sez. 4ª, Constitutiones, I, a cura di L. Weiland, Hannover 1893, pp. 134-152, 564-574
Bibl.: Oltre quella citata da E. Amann, in Dictionnaire de théol. cath., XI, coll. 2057 segg., v. S. Pesarini, Dove nacque veramente P. II, Forlì 1920; C. Santoro, Un privilegio di P. II (non datato, al monastero di S. Salvatore di Cremona), in Archivio storico lombardo, L (1923), pp. 443-454; J.M. March, Sobre la patria, la famiglia de papa P. II, in Estudios ecclesiasticos, II (1923), pp. 107-110; D. Mambrini, La culla montana di un papa: P. II e la sua patria, S. Sofia di Romagna 1926; C. Erdmann, Papsturkunden in Portugal, in Abhandlungen d. Gesell. d. Wiss. zu Göttingen, Phil.-hist. Klasse, 1927; P. Kehr, Das Papsttum u. die Königreiche Navarra u. Aragon bis zur Mitte des XII. Jahrh., in Abhandl. der Preuss. Akad. der Wiss., Phil.-hist. Klasse, 1928; P. Torelli, Un'epistola di P. II "de illicitis coniugiis", Modena 1928; F. Michelini, La lotta delle investiture e Pasquale II, Savigliano 1932.