PASQUIER, Étienne-Denis, barone, poi duca
Uomo politico francese, nato a Parigi il 22 aprile 1767, ivi morto il 5 luglio 1862. Figlio d'un consigliere al parlamento di Parigi (condannato a morte nel 1794 dal tribunale rivoluzionario), fece gli studî nel collegio di Juilly, e dal 1787 sedette, come per diritto, in qualità di consigliere al Parlamento di Parigi. L'8 febbraio 1810 entrò nel consiglio di stato col grado di consigliere e il 14 ottobre dello stesso anno succedette al Dubois come prefetto di polizia. Durante l'ingresso degli alleati a Parigi, si mise in relazione col Nesselrode per il mantenimento dell'ordine pubblico e il 4 aprile 1814 diede la sua adesione al governo provvisorio. La prima restaurazione gli affidò la direzione generale delle acque e strade (21 maggio 1814); la seconda, lo nominò guardasigilli nel gabinetto Talleyrand, con l'interim del Ministero dell'interno. Dimessosi dopo l'insuccesso delle elezioni da cui escì la Camera introvabile, fu nominato ministro di stato. Di nuovo guardasigilli nel gabinetto Richelieu (19 gennaio 1817), a lui si deve la legge del 5 febbraio 1817 sulla libertà di stampa. Lasciata quella carica il 28 dicembre 1818, tornò al potere il 19 novembre 1819 come ministro degli Affari esteri, e lo tenne anche quando il Decazes fu costretto a dimettersi dopo l'assassinio del duca di Berry (20 febbraio 1820), destreggiandosi con abilità oratoria nelle discussioni parlamentari, specialmente in quelle riguardanti le restrizioni della libertà di stampa. Dimessosi il 14 dicembre 1821, entrò nella Camera dei Pari, della quale assunse la presidenza dopo la rivoluzione di luglio (3 agosto 1830). Nominato nel 1837 cancelliere di Francia, eletto nel 1842 accademico di Francia, creato duca il 19 dicembre 1844 (Napoleone I lo aveva nominato nel 1809 barone dell'Impero), dopo la rivoluzione di febbraio (1848) si ritrasse a vita privata, e attese a scrivere i suoi Mémoires.