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passaggio

di Alessandro Niccoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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passaggio

Alessandro Niccoli

Compare solo nella Commedia e nel Fiore, in accezioni corrispondenti a valori attestati per il verbo ‛ passare '.

Nel senso più generale indica l'atto di percorrere uno spazio; in quest' accezione ricorre con riferimento alle parole pronunciate da Guido da Montefeltro, che assumono senso compiuto solo poscia ch'ebber colto lor vïaggio / su per la punta della fiamma in cui Guido è chiuso, dandole quel guizzo / che dato avea la lingua in lor passaggio (If XXVII 18).

Con un valore consueto alla lingua del tempo, indica un viaggio per mare (in particolare p. valeva anche " crociata "). Quando D. gli domanda perché sia giunto al Purgatorio solo allora, Casella si limita a rispondere che l'angelo più volte gli ha negato il passaggio dalla foce del Tevere all'isoletta (Pg II 96). Il sostantivo è del tutto proprio perché allude a un traghetto, e implica un'allusione alle parole rivolte da Caronte a D. (If III 91-92 Per altra via, per altri porti / verrai a piaggia, non qui, per passare), ribadendone l'implicita profezia di salvazione.

Ha senso concreto e vale " apertura per dove si passa ", in Fiore CXXXI 4 Malabocca... / troppo ben guardava su' passaggio, " sorvegliava la porta del castello ". Così in LXXI 9.

Vocabolario
passàggio
passaggio passàggio s. m. [dal fr. (ant.) passage, der. di passer «passare»]. – 1. a. L’atto di passare per un luogo, di percorrerlo, di attraversarlo, o di andare da un luogo all’altro: il p. di un ponte, del confine; il p. di un fiume...
passaggière
passaggiere passaggière (o passaggère) s. m. [der. di passaggio], ant. – 1. Gabelliere incaricato di riscuotere il pedaggio o diritto di passaggio per un luogo: il barone mise alla porta un suo passaggiere, a ricogliere il passaggio (Novellino)....
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