pastore
Il vocabolo è presente due volte nel Convivio, e con notevole frequenza nella Commedia.
Il senso proprio di " custode del gregge " è documentato in Pg XX 140 No' istavamo immobili e sospesi / come i pastor che prima udir quel canto, cioè i p. di Betlemme, che per primi udirono il canto " Gloria in excelsis Deo " (cfr. Luc. 2, 8 ss.); e ancora, per lo più in contesti di similitudini: Cv I XI 10, If IX 72, Pg XXVII 80 e 86.
Più di frequente il sostantivo è usato nel senso figurato di " ecclesiastico di alto rango ".
Si allude al papa in Cv IV XXIX 2 romano Pastore (anche in Pg XIX 107, nelle parole di Adriano V); If XIX 83 un pastor sanza legge (Clemente V) e 106, Pg XVI 98, Pd V 77 'l pastor de la Chiesa, VI 17 sommo pastore (Agapito I), XV 144, XX 57 (Silvestro I); a vescovi e arcivescovi, in If XX 68 'l trentino / pastore, Pg III 124 'l pastor di Cosenza (il cardinale Bartolomeo Pignatelli, arcivescovo di Cosenza dal 1256 al 1266), Pd IX 53 empio... pastor (Alessandro Novello, vescovo di Feltre dal 1298 al 1320); oppure p. designa l'abate di un monastero (Pg XVIII 126), o indica alti prelati in genere: Pd IX 132 il maladetto fiore [il fiorino] / ... fatto ha lupo del pastore (metafora vulgatissima, qui allusiva dell'avidità degli ecclesiastici); analogamente in XXVII 55 In vesta di pastor lupi rapaci / si veggion di qua sù per tutti i paschi [cioè i benefici ecclesiastici], e XXI 131.
Il termine compare anche in una lunga metafora che vede i domenicani come ‛ pecore ' del fondatore dell'ordine: Pd XI 131 Ben son di quelle [pecore] che temono 'l danno / e stringonsi al pastor, ove p. è comunemente inteso, fuori metafora, nel senso di " regola " domenicana; ma sembra più opportuno, perché più conforme agli usi figurati del sostantivo, riferirlo, col Buti e il Torraca, a s. Domenico stesso, che attraverso la regola da lui dettata, guida i domenicani rimasti fedeli al suo insegnamento e al suo esempio (cfr., a conferma di ciò, Pd X 94-95 Io fui de li agni de la santa greggia / che Domenico mena).