paternalismo
Propensione del settore pubblico a influenzare i comportamenti dei singoli individui promuovendo scelte migliori di quelle che essi sarebbero in grado di operare autonomamente. L’intervento pubblico nell’economia, oltre che ispirato a fini redistributivi, è solitamente subordinato all’esistenza di fallimenti di mercato (esternalità, produzione di beni pubblici, monopoli non contendibili, concorrenza insufficiente, mercati incompleti e asimmetrie informative; ➔ mercato, fallimenti del).
La pubblica amministrazione può tuttavia riconoscere l’esistenza di valori da tutelare (come il rispetto per l’ambiente), ovvero affermare la necessità di promuovere comportamenti virtuosi (per es. quelli che preservano l’integrità e la salute) o l’esigenza di proibire comportamenti dannosi (per es. l’utilizzo di sostanze stupefacenti). In tali casi lo Stato, le Regioni o i Comuni possono interferire nelle scelte dei singoli membri della società, limitando di conseguenza la loro sovranità. I beni (o servizi) di cui il settore pubblico impone il consumo (o la fruizione) si dicono beni meritori (➔ bene meritorio) o di merito, per es. l’istruzione obbligatoria. A questi è attribuito un particolare valore che i singoli cittadini potrebbero non riconoscere, dunque non usufruendone con conseguenti effetti negativi per sé e in genere per gli altri. Per analoghe ragioni, lo Stato può scoraggiare il consumo di altri beni (definiti mali), che seppure talora privi di esternalità negative, se consumati avrebbero effetti sfavorevoli sugli individui.
Il p., come vera e propria scienza volta a orientare le scelte dei cittadini, individuando modalità per sostenere e sollecitare le condotte migliori, è stato oggetto di una pubblicazione di R.H. Thaler e C.R. Sustein (Nudge: improving decisions about health, wealth and happiness, 2009). In essa, gli autori (collaboratori rispettivamente del primo ministro britannico D. Cameron e del presidente degli Stati Uniti B. Obama) hanno sottolineato come la promozione dei comportamenti virtuosi si basi principalmente sulla diffusione della consapevolezza dei singoli nell’effettuare le scelte migliori, generando così nuovi canali di comunicazione fra Stato e cittadini. Questo nuovo orientamento per la promozione delle best practice (➔ migliore pratica, tecnica della) e i nuovi metodi di policy-making degli Stati impongono tuttavia una riflessione sui potenziali risvolti negativi derivanti da un ampio condizionamento delle scelte individuali che travalichi il perseguimento del bene comune.