Pathé Frères
Società cinematografica di produzione, distribuzione ed esercizio francese, fondata a Parigi nel 1896 da Charles Pathé con i fratelli Théophile, Jacques ed Émile.Charles (1863-1957), nato da genitori di umili origini, dopo un breve soggiorno in Argentina tornò a Parigi nel 1891, dove svolse diversi lavori. La sua fortuna cominciò a trent'anni, quando iniziò dapprima a esibire fonografi Edison nelle fiere, e poi a venderne esemplari contraffatti e molto più economici acquistati a Londra. Nel 1895 estese il suo commercio ai Kinetoscopes dell'inglese William Paul, anche questi contraffatti, diventandone in pochi mesi il maggiore importatore e venditore in Francia: un'iniziativa che riscosse un tale clamore da indurlo a mettersi in società con l'inventore Henri Joly, che già aveva brevettato un apparecchio analogo. Nello stesso anno Pathé acquistò un Cinématographe dai fratelli Lumière, che perfezionò grazie all'aiuto di P.-V. Continsouza e distribuì tra i fieraioli. Fu allora che i quattro fratelli Pathé decisero di mettersi in società (1° settembre 1896), anche se poco tempo dopo Théophile e Jacques si ritirarono. Fino ai primi anni del secolo successivo la P. f. si occupò prevalentemente di vendita di fonografi e di fabbricazione di cilindri (poi dischi), ma Ch. diede vita anche a una piccola produzione cinematografica, realizzando film per lo più copiati dai Lumière o da Georges Méliès (come Arrivée d'un train, 1896). Un'ulteriore svolta avvenne il 28 dicembre 1897, quando la P. f. fu trasformata in società anonima e prese il nome di Compagnie générale des phonographes, cinématographes et appareils de précisions, grazie a un capitale di un milione di franchi che, per raccomandazione dell'industriale C. Grivolas, venne finanziato da J. Neyret, legato al Crédit lyonnais (Ch. affidò al fratello la gestione del settore dei fonografi). A partire dal 1899 tale società cominciò a costruire apparecchi da ripresa e proiezione, assorbendo a questo scopo la società Manifacture française d'appareil de précision e continuando a realizzare film principalmente in funzione della vendita dei suoi prodotti.Fu in occasione dei preparativi per l'Exposition universelle de Paris nella primavera del 1900 che avvenne l'incontro tra Ch. Pathé e Ferdinand Zecca, destinato a restare al suo fianco per i successivi vent'anni e a rappresentare una colonna portante della società. Personaggio controverso, dotato di un innato senso del palcoscenico, Zecca fece la fortuna della P. f., come supervisore, assistente e regista, realizzando (oltre ai diffusi plagi di film altrui) anche i primi prodotti originali della società, come Histoire d'un crime (1901) e Victimes de l'alcoolisme (1902). Il genere più sfruttato nei primi anni fu quello delle attualità ricostruite, film realizzati con l'utilizzo di modellini, come quelli di Les massacres de Macédoine e L'assassinat de la famille royale de Serbie di Lucien Nonguet, entrambi del 1903. Nello stesso periodo cominciarono a collaborare con la P. f. alcuni dei più grandi registi dell'epoca: da Gaston Velle a Louis Gasnier, da André Heuzé a Segundo de Chomón oltre all'allora ancora sconosciuto Max Linder, ognuno dei quali gradualmente si specializzò in un genere diverso ma riconoscibile, sempre sotto il controllo di Pathé. I film di fiction furono affidati a Velle (Le chapeau magique e Les métamorphoses du roi de pique, entrambi del 1903) e successivamente a de Chomón (Sculpteur moderne, 1906); le storie di attualità e drammatiche a Nonguet (Roman d'amour, 1904; Au pays noir, 1905) e Zecca (La vie d'un joueur, 1903; La grève, 1904); i drammi sentimentali a Heuzé (L'âge du cœur e La voix de la conscience, entrambi del 1906); il genere comico a Linder. Per agevolare la produzione al teatro di Vincennes (sede della società e i cui lavori furono portati a termine nel 1904-05) ne venne affiancato un secondo a Joinville-le-Pont, iniziativa che confermò ulteriormente le indiscusse qualità imprenditoriali di Pathé. Ma neppure la costruzione di questi teatri di posa fu sufficiente a far fronte all'incalzante domanda di pellicole, e così nel maggio del 1907 Pathé decise, con notevole lungimiranza, di sostituire alla vendita dei film il loro noleggio, seguendo in questo i Paesi come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, dove da tempo si era passati a questo sistema. Il primo passo fu quello di aprire una straordinaria sala cinematografica, la Omnia Pathé, il 1° dicembre 1906, nel quartiere di Montmartre. L'anno successivo Pathé creò una holding con cinque società (Cinéma exploitation, Cinéma monopole, Omnia, Cinéma théâtre e Cinéma national) cui concesse il monopolio del noleggio dei film da lui realizzati (suscitando in tal modo le ire e le rivalità degli esercenti ambulanti). Fu in questa nuova ottica imprenditoriale che, a partire dal 1903-04, vennero fondate numerose filiali non solo in Europa (Londra, Bruxelles, Berlino, Vienna, Amsterdam e Barcellona) ma anche nel resto del mondo (a Mosca e a New York, filiale che avrebbe poi preso il nome di Pathé Exchange). La P. f. era ormai la principale società di produzione internazionale, fatto ancora più straordinario dato che in quel periodo l'Europa era stata estromessa dal mercato statunitense; soltanto la P. f. e la Star film di Méliès, tra le società europee, entrarono a far parte infatti della Motion Picture Patents Company, il potente trust dei produttori statunitensi creato da Thomas A. Edison alla fine del 1908. E quando, nel febbraio dell'anno successivo, i produttori europei si riunirono a Parigi con lo scopo di creare un cartello simile a quello di Edison, ottenendo da George Eastman l'esclusiva della pellicola vergine, Pathé poté iniziare a fabbricare pellicole direttamente.In coincidenza con le nuove esigenze del pubblico, nel 1908 Charles fondò il Pathé journal (v. cinegiornale), e poco dopo la sua edizione americana (Pathé News), passando così dalle attualità ricostruite alla vera cronaca. Inoltre, in risposta alla fondazione della Societé film d'art da parte di Charles-Gustave-Auguste Le Bargy in collaborazione con l'attore André Calmettes e con i fratelli Lafitte, avvenuta nel febbraio 1908, Pathé decise di creare, qualche mese più tardi (22 giugno), la Société cinématographique des auteurs et gens de lettres (SCAGL) diretta dal regista Albert Capellani, con la quale portò sullo schermo alcuni grandi capolavori letterari di V. Hugo, É. Zola, J. Racine, che riscossero ancora una volta un grande successo (le Série d'art della P. f.). Fu proprio nel 1912 che la trasposizione del romanzo di Hugo, Les misérables (I miserabili) di Capellani ‒ in quattro parti ‒ costituì un segnale inequivocabile della nuova tendenza a realizzare prodotti di maggiore durata e a costi più elevati, destinati soprattutto al mercato americano. Al capolavoro di Hugo si affiancarono altre trasposizioni simili, sempre dirette da Capellani, quali Le chevalier de Maison Rouge (1912) e Germinal (1913).Allo scoppio della guerra, anche la P. f. venne investita dalla crisi che aveva colpito la cinematografia europea e che aveva portato alla sospensione della produzione in Francia. Pathé decise quindi di rivolgersi al mercato statunitense, adottando una duplice strategia: da un lato scelse di commercializzare la pellicola vergine anche negli Stati Uniti, destinando i laboratori di Vincennes a questo unico scopo; dall'altro, abbandonato il tradizionale melodramma borghese rappresentato da Fleurs de Paris (1916) di André Hugon o da Le scandale (1918) di Jacques de Baroncelli, cominciò la produ-zione di serial (v. seriale, film), più congeniali al pubblico americano. Le serie dirette negli Stati Uniti da Louis J. Gasnier (poi uscite anche in Francia), come The perils of Pauline (1914), The mysteries of New York (1915; I misteri di New York), The shielding shadow (1916), codiretto con Donald MacKenzie, e i film scientifici di Jean Comandon, permisero alla P. f. di affermarsi sul mercato americano, l'unico in espansione. A partire dal 1918, però, molte succursali della società (la SCAGL e le filiali italiana, inglese, tedesca, americana) furono duramente colpite dal conflitto e vennero liquidate; rimase solo la nascente Pathé-cinéma, società che successivamente prese il nome di Pathé consortium cinéma. Nel 1922 la P. f. fece un ulteriore passo in avanti realizzando film nel formato 9,5 mm e commercializzando il proiettore specifico, detto Pathé-Baby. Due anni più tardi nacque la famosa cinepresa Pathé Baby Camera, leggera (solo 0,650 kg) e di piccole dimensioni. Tuttavia il declino era inevitabile e fu sancito definitivamente nel 1926 con la cessione alla Kodak della fabbricazione della pellicola vergine, e confermato nel 1929 quando venne affidata la gestione della società a Bernard Natan, conosciuto nell'ambiente cinematografico per aver prodotto film pornografici. Egli intraprese una politica culturale discutibile, permettendo la realizzazione di film mediocri sotto il marchio Pathé-Natan, al punto che nel maggio 1930 Pathé, che aveva tentato di opporsi alle decisioni del successore, prese la difficile decisione di lasciare definitivamente la società. La Pathé-Natan continuò a produrre numerosi film, come La petite Lise (1930) di Jean Grémillon, Les croix de bois (1931) e Les misérables (1933; I miserabili) di Raymond Bernard, Le dernier milliardaire (1934; L'ultimo miliardario) di René Clair. Nel 1939 Natan ‒ che morì nel 1942 nel campo di sterminio di Auschwitz ‒ venne estromesso dalla società che fu dichiarata in bancarotta. Malgrado ciò, grazie all'aiuto economico delle banche, la società venne ricostituita e nel 1944 prese il nome di Société nouvelle Pathé cinéma, destinata a realizzare nuovamente film di qualità tra i quali vanno almeno ricordati Les portes de la nuit (1946; Mentre Parigi dorme) di Marcel Carné e Le silence est d'or (1947; Il silenzio è d'oro) di Clair e, negli anni Sessanta, in coproduzione, La dolce vita (1960) di Federico Fellini e Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti. Successivamente la società si sarebbe occupata prevalentemente di distribuzione e produzione televisiva.
G. Sadoul, Histoire générale du cinéma, 1° vol., L'invention du cinéma, 1832-1897, édition revue et augmentée, Paris 1948, e 2° vol., Les pionniers du cinéma (de Méliès à Pathé), 1897-1909, Paris 1947, passim (trad. it. Storia generale del cinema, 1° vol., 1832-1909, Le origini e i pionieri, Torino 1965); Pathé, premier empire du cinéma, éd. J. Kemarbon, Paris 1994.