TROPICALE, PATOLOGIA (o Medicina coloniale)
È quel ramo delle discipline mediche che s'occupa delle malattie prevalenti nei paesi caldi; malattie per la massima parte di natura infettiva o parassitaria, in quanto i rispettivi agenti patogeni trovano nella locale fauna e flora i fattori necessarî e nelle condizioni climatiche i fattori secondarî favorevoli al loro sviluppo. Dopo che nell'ultima decade del sec. XV i Portoghesi, girando il Capo di Buona Speranza, fecero conoscere la via che conduceva alle Indie orientali e Cristoforo Colombo ebbe scoperto l'America, genti europee cominciarono su sempre più larga scala a commerciare con paesi tropicali e a stabilirsi in quelle regioni. Sbocciò allora una curiosa letteratura che era un misto di notizie geografiche, zoologiche, botaniche, etnografiche e mediche. Tali sono le opere di G. H. Oviedo, G. da Orta, P. Alpini, J. de Bondt (Bontius), W. Piso, A. Cleyer, H. Sloane, E. Kaempfer. Vennero poi le opere di pura patologia esotica: un trattato completo per i suoi tempi è già quello di J. Lind (1768) che ebbe numerose edizioni; seguono quelli di J. Clark, del cremonese N. Fontana, di J. Hunter, di R. Thomas, per tacere di altri minori, tutti pubblicati nel secolo XVIII. Sono libri sintetici di osservazioni e studî puramente clinici; e tali rimangono ancora, benché con vedute sempre più vaste, i trattati posteriori di P. Campet, J. Johnson, C. Chisholm, M. Hasper, J.-P.-F. Thévenot, F. Pruner-Bey, A. F. Dutroulau, L.-J.-B. Béranger-Féraud, J. Fayrer, A. M. Corre, che vanno fin verso il 1890.
Frattanto le scoperte dei parassiti malarici (C.-L.-A. Laveran) e di altri protozoi patogeni, quelle di P. Manson circa la periodicità della Microfilaria nocturna (parassita del sangue) e il suo ciclo evolutivo nel Culex fatigans, zanzara propagatrice (J. Linnean Soc., 1879, XIV, p. 30), quelle di Finlay y de Barres sulla trasmissione della febbre gialla a mezzo della Stegomyia fasciata (1881), aprono nuovi orizzonti agli investigatori. Siffatte conquiste, insieme con quelle dell'anatomia patologica, della batteriologia e della parassitologia, ecc., cominciano a farsi sentire nel pregevole trattato di L.-F.A. Kelsch e Kiener (1889), in una prima opera collettiva di specialisti (A. Davidson) e più ancora nei manuali, apparsi quasi contemporaneamente, di H. B. Scheube, F. Rho, P. Manson (1896-97-98), ai quali tengono dietro quelli dei francesi Brault, F. Le-Dantec. I progressi scientifici nel campo delle malattie tropicali parassitarie e infettive raggiungono il fastigio ad opera di Aldo Castellani che scoprì: 1. l'agente etiologico della malattia del sonno (1903), un tripanosoma che in suo onore fu recentemente denominato Castellanella; 2. l'agente etiologico della framboesia, una particolare spirocheta, detta Spirocheta pallidula; 3. molti funghi, agenti etiologici di malattie cutanee, delle mucose e degli organi interni; 4. l'agente etiologico di una particolare bronchite emorragica, che fu denominata "bronchite del Castellani" e che e determinata da una speciale spirocheta. Di pari passo con la crescente espansione coloniale (a cui avevano dato grande impulso le scoperte geografiche di esploratori africani come Livingstone, Stanley, Savorgnan di Brazzà, Gessi, Emin pascià, ecc.), lo studio delle malattie tropicali prende allora quasi all'improvviso uno straordinario sviluppo; periodici speciali vi sono dedicati, e sorgono, a breve distanza di tempo, le scuole di medicina tropicale e coloniale di Londra, di Liverpool, di Amburgo, di Parigi, di Bruxelles e anche di Napoli (1903-1912 nell'istituto d'igiene di quell'università), nonché società dedicate a questa specialità o a particolari ricerche, come la società per gli studî della malaria, fondata a Roma nel 1898 per iniziativa di A. Celli. Anche nelle Indie, nel cuore dell'Africa, nel Brasile, ecc., si aprono istituti e laboratorî per ricerche di questa natura. U. Gabbi, con i suoi allievi, dimostra che di non poche malattie tropicali - oltre la dissenteria e la malaria - si hanno piccoli focolai e casi sporadici autoctoni nel mezzogiorno d'Italia, e analoghe osservazioni sono poi fatte nelle altre isole e penisole del Mediterraneo. La messe e la massa delle cognizioni è ormai tanta che, per la loro esposizione sistematica completa, sono necessarî manuali assai voluminosi, come quello di C. W. Daniels, quello anche più ricco di A. Castellani e A. J. Chalmers e il grande trattato collettivo di C. Mense, al quale contribuirono specialisti di varie nazioni, fra cui gl'italiani F. Rho e U. Gabbi. Tutto questo enorme progresso è dovuto non solo ai tesori di osservazioni cliniche e anatomo-patologiche accumulate in precedenza e accresciute negli ultimi decennî, ma al contributo di schiere di investigatori, nei campi della medicina veterinaria, della terapia e farmacologia, della protozoologia, elmintologia, entomologia, micologia, batteriologia, ematologia, sierologia, tossicologia, climatologia, nonché dell'igiene e della dietetica. Le più importanti ricerche e scoperte del genere sono ricordate nelle singole voci riguardanti la patologia esotica. Qui enumeriamo soltanto le parti di cuì si compone questa branca della medicina: 1. malattie infettive e febbrili causate da protozoi, suddividendole eziologicamente secondo l'agente propagatore (insetti varî, zanzare, mosche, ecc., e altri animali); 2. malattie batteriche diffusive (colera, peste, ecc.); 3. malattie da parassiti più elevati (elminti, ecc.); 4. malattie da carenza alimentare (beri-beri, pellagra, ecc.); 5. malattie da vegetali (funghi, ecc.), in massima parte della pelle; 6. avvelenamenti di origine animale e vegetale; 7. malattie dei varî sistemi e organi, proprie dei climi tropicali o ivi prevalenti; 8. malattie da cause fisiche (colpo di calore, ecc.); 9. igiene coloniale, acclimazione, ecc.
Bibl.: G. H. Oviedo, Sommario de la historia general y natural de las Indias occidentales, Toledo 1525; id., La historia general y natural de las Indias occidentales, Madrid 1535; G. Da Orta, Aromatum et simplicium aliquot medicamentorum apud Indos nascentium historia, Venezia 1576; J. De Bondt, De medicina Indorum libri IV, Leida 1642; W. Piso, Historia naturalis Brasiliae, Leida e Amsterdam 1648; id., De Indiae utriusque re naturali et medica libri quatuordecim, Amsterdam 1658; A. Cleyer, Herbarium parvum Sinicis, ecc., 1680; H. Sloane, Catalogus plantarum quae in insula Jamaica sponte proveniunt aut vulgo coluntur, ecc., Londra 1696; E. Kaempfer, Amoenitatum exoticarum politico-physico-medicarum fasciculi V, ecc., Lemgo 1712; P. Alpini, Quatuor libri de medicina Aegyptiorum, ecc., ed. postuma, Leida 1735; J. Lind, Essay on the diseases incident to Europeans in hot climates, Londra 1768; E. Kaempfer, Geschichte und Beschreibung von Japan und Siam, Lemgo 1774; N. Fontana, Osservazioni intorno alle malattie che attaccano gli Europei nei climati caldi, ecc., Livorno 1781; J. Hunter, Observations on the diseases of the army in Jamaica and the best means of preserving the health of Europeans in hot climates, Londra 1788; R. Thomas, Medical advice to the inhabitants of warm climates on the domestic treatment of all diseases incident therein, ivi 1791; id., The modern practice of physic which points out the caracter, causes, symptomss... and improved method of treating the diseases of all climates, ivi 1801; P. Campet, Traité des maladies graves qui règnent dans les contrées situées sous la zone torride et dans le midi de l'Europe, Parigi 1802; J. Johnson, An essay on the influence of tropical climates more expecially the climate of India on European constitutions, ecc., Londra 1813; C. Chisholm, Manual of the climate and diseases of tropical countries, ecc., ivi 1822; J. Clark, The influence in the prevention and cure of chronic diseases, ecc., ivi 1829; F. Pruner-Bey, Die Krankheiten des Orients vom Standpunkte der vergleichende Nosologie betrachtet, Erlangen 1847; A. M. Corre, Notes médicales recueillies à la Véra Cruz, in Arch. de méd. nav., 1865; A. F. Dutrolau, Traité des maladies des Européens dans les pays chauds, régions tropicales, climatologie, maladies endémiques, Parigi 1871; L.-J.-B. Beranger-Féraud, Note sur les larves de mouches qui se développent sur la peau de l'homme au Sénégal, in Compt. rend. de l'Acad. des sc., LV (1872); J. Fayrer, The thanatophidia of India, ecc., ivi 1872; id., Clinical and pathological observations in India, ecc., ivi 1880; C.-L.-A. Laveran, De la nature parasitaire des accidents de l'impaludisme, Parigi 1881; P. Manson, The geographical distribution, pathological relation and life history of filaria sanguinis hominis diurna, Londra 1883; id., The filaria sanguinis hominis, ivi 1883; C.-L.-A. Laveran, Traité des fièves palustres, Parigi 1884; L.-F.-A. Kelsch, Traité des maladies des pays chauds, ivi 1889; A. Davidson, Geographical pathology, voll. 2, Edimburgo 1892; C.-L.-A. Laveran, Traité du paludisme, Parigi 1892; P. Manson, Tropical diseases, Londra 1898, 9a ed., 1893; A. Davidson, Hygiene and disease of warm climates, Edimburgo 1893; C. J. Finlay y de Barrès, Fiebre amarilla, Avana 1895; H. B. Scheube, Die Krankheiten der warmen Länder, Jena 1896; C. Mense, Tropische Gesundheitslehre und. Heilkunde, Berlino 1902; C.-L.-A. Laveran, Trypanosome et trypanosomiases, Parigi 1904; C. Daniels, Tropical medicine and hygiene, Londra 1909; C.-L.-A. Laveran, Le progrès de la pathologie exotique, Parigi 1910; C. Mense, Handbuch der Tropenkrankheiten, Lipsia 1906; P. Manson, Lectures on tropical diseases, Chicago 1905; U. Gabbi, Trattato elementare di patologia esotica, Roma 1915; C.-L.-A. Laveran, Leishmanioses, Parigi 1917; A. Castellani e A. J. Chalmers, Manual of tropical medicine, Londra 1917, 4a ed. 1927; G. Olpp, Hervorragende Tropenärzte, Monaco 1932.