patologia
Studio dei problemi relativi alle malattie; comprende diverse specializzazioni e denominazioni, con riferimento alla natura dei problemi, agli elementi anatomici che sono oggetto di studio, all’eziologia delle alterazioni, alle funzioni degli organi colpiti, all’età o all’attività dei pazienti.
La p. come scienza ha avuto inizio nel Rinascimento con l’opera del medico fiorentino A. Benivieni (Firenze 1443 - ivi 1502), che descrisse i risultati delle autopsie da lui eseguite per chiarire le cause della morte di alcuni suoi pazienti. Successivamente la p. si è sviluppata come studio delle alterazioni anatomiche associate alle malattie (anatomia patologica). Con G.B. Morgagni la scienza della p. fece un decisivo progresso e influenzò profondamente lo sviluppo della medicina. Il nuovo metodo introdotto da Morgagni consisteva nel tracciare un’accurata correlazione fra i sintomi della malattia e l’anatomia patologica dei casi giunti al tavolo anatomico. Nella seconda metà dell’Ottocento la p. si divise in due grandi rami, l’anatomia patologica, che ha continuato a livelli sempre più fini e perfezionati lo studio delle lesioni dell’organismo umano, e la p. sperimentale, i cui scopi precipui sono lo studio delle cause e dei meccanismi di malattia, mediante indagini sul malato ed esperimenti sugli animali, con l’apporto di altre scienze come la biologia, la fisiologia, la chimica biologica e l’uso di tecniche analitiche e di metodi quantitativi, e il cui sviluppo rigoroso ha contribuito in modo decisivo a trasformare la medicina clinica da pratica prevalentemente empirica a scienza razionale. Dalla p. sperimentale si sono sviluppate come discipline autonome la batteriologia, la parassitologia, la virologia, l’immunologia, l’endocrinologia.
In termini generali la condizione patologica non è che l’espressione di una variazione quantitativa di attività funzionali normali. L’evoluzione della p. ha determinato lo studio di nuove cause di malattia che si originano continuamente in relazione alle mutate condizioni di vita e di ambiente, dei meccanismi molecolari nei processi patologici e delle modificazioni dei processi di regolazione delle funzioni biologiche, avvalendosi di una molteplicità di sistemi sperimentali e di metodologie. La p. morfologica, grazie all’uso del microscopio a contrasto di fase, polarizzatore a fluorescenza, nonché del microscopio elettronico, ha esteso il suo campo di studio ai costituenti subcellulari (nucleo, nucleolo, mitocondri, lisosomi, ribosomi, ecc.), nonché alle proprietà strutturali molecolari dei costituenti delle cellule. La p. funzionale applica metodi chimici, biochimici, fisici e fisiologici e studia le manifestazioni patologiche ai diversi livelli di organizzazione e di integrazione (molecolare, subcellulare, cellulare, di tessuto, di organo). A mano a mano che progredisce, la p. tende a differenziarsi in settori distinti, così, per es. si hanno: la p. subcellulare, che studia le alterazioni strutturali e funzionali dei singoli costituenti cellulari; la p. molecolare, che studia le anomalie delle macromolecole biologiche (come per es. l’emoglobina) alla base di definite condizioni patologiche; la p. spaziale, che studia le alterazioni che si producono nell’uomo nello spazio extraterrestre per effetto della diminuita forza di gravità, della radiazione cosmica, dello sforzo psicofisico, ecc.; l’immunopatologia, che studia le condizioni morbose conseguenti a reazioni immunitarie avvenute nell’organismo; la p. genetica, che studia i meccanismi genetici causa di patologie ereditarie.