patriarca
Denominazione dei più antichi progenitori del popolo ebraico. Nell’Antico Testamento greco sono così chiamati Abramo, Isacco e Giacobbe; nel Nuovo Testamento talvolta anche i figli di Giacobbe e David. Il termine tuttavia può avere un’accezione più larga, includente tutti i personaggi che le genealogie bibliche dispongono sia lungo il periodo dalla creazione del mondo al diluvio (p. antidiluviani) sia lungo quello dal diluvio alla nascita di Abramo (p. postdiluviani). Dei p. antidiluviani si hanno due genealogie, i Cainiti (Genesi 4, 17-18) e i Sethiti (Genesi 5, 3-31), che secondo alcuni studiosi sarebbero varianti di una stessa lista presentata in tradizioni diverse; dei p. postdiluviani si ha una genealogia, quella dei discendenti di Sem, che giunge fino ad Abramo. Caratteristica è la longevità dei p., che raggiunge il limite massimo con Matusalemme (969 anni), per declinare poi progressivamente col volgere del tempo: il fenomeno è analogo a quello che si verifica nelle più antiche liste di re mesopotamici. Gli studiosi cattolici, rilevando le difficoltà poste alla critica dalle tradizioni sui p. e dalle discordanze notevoli che in proposito si riscontrano tra i vari testi (ebraico, masoretico, samaritano, greco), hanno sviluppato lo studio del genere letterario proprio alle liste genealogiche, concludendo che il loro carattere deve considerarsi non rigidamente storico e cronologico, ma piuttosto religioso e giuridico, nel senso che esse intenderebbero definire l’appartenenza delle persone ai gruppi della società patriarcale e i diritti congiunti, assicurando così la legittimità della discendenza di Israele. Dall’uso dell’Antico Testamento greco, il termine p. passò nel cristianesimo a designare i maggiori dignitari delle comunità cristiane, e poi, con senso più tecnico e preciso, i dignitari ecclesiastici che hanno sotto di sé i vescovi.