WHITE, Patrick
Scrittore australiano, nato a Londra da genitori australiani il 28 maggio 1912.
È stato educato parte in Australia e parte in Inghilterra, dove si è laureato a Cambridge. Durante la guerra 1939-45 ha servito nella RAF come intelligence officer; dopo il conflitto è tornato in Australia, dove si è stabilito in una tenuta agricola nei dintorni di Sydney. La parte di maggior rilievo della sua opera è formata dai romanzi Happy valley (1939), The living and the dead (1941; nuova ed., 1962), The aunt's story (1946), The tree of man (1954), Voss (1957), Riders in the chariot (1961), The solid Mandala (1966: Manda significa "conoscenza ciclica" e contiene l'idea di "totalità"), The vivisector (1970), The eye of the storm (1973) per il quale gli è stato conferito l'anno stesso il premio Nobel.
I romanzi contengono di volta in volta un significato simbolico: sia la traversata del continente australiano (in Voss) come itinerario della vita umana, sia la complementarità di due gemelli dì opposte tendenze (in The solid Mandala). Vi prevale uno stile un po' lento e non mancano alcune situazioni scontate. Alla narrativa sono da aggiungere alcune opere drammatiche: The Ham funeral (1947), The season of Sarsaparilla (1961), A cheery soul, (1962), Night on Bald Mountain (1962) e un volume di novelle, The burnt ones (1964)
Trad. it.: L'esploratore (Voss), Torino 1973; Mai un passo amico, ivi 1973; Mandala solido, Milano 1973; L'occhio dell'uragano, ivi 1974.
Bibl.: Fino al conferimento del Nobel, W. non ha suscitato interesse neanche tra gli specialisti (ma v. I. Finch, A bibliography of Patrick White, Adelaide 1966; H. Porter, in Contemporary novelists, Londra-New York 1972). Dopo il premio sono apparsi in Italia alcuni articoli, tra i quali si citano: A. Debenedetti, Questo Nobel poco noto, in La Stampa, 25 genn. 1974; C. Villa, Un romantico esploratore, in Paese sera (Libri), 22 febbr. 1974; id., Nell'occhio del tifone, ibid., 11 ott. 1974.