patrimonio territoriale
patrimònio territoriale locuz. sost. m. – Insieme di elementi territoriali materiali e immateriali riconosciuto da una collettività storicamente definita come risorsa per la propria riproduzione sociale. Tali elementi comprendono risorse utili allo svolgimento, in un contesto spaziale definito, di una qualche attività di produzione (nella sfera economica, politica, domestica, religiosa, ecc.) o di consumo. Comprendono altresì risorse utili a stabilire relazioni (di circolazione, di subordinazione, di cooperazione) per l’integrazione e l’iscrizione nello spazio di un'attività: si tratta, in questo caso, di tutte quelle risorse legate all’attività di comunicazione come, per esempio, la lingua, i mezzi, le tecnologie di comunicazione. Gli elementi di un p. t. si configurano come pubblici e a libero accesso nel senso che in riferimento al loro utilizzo non è possibile escludere nessuno; che ognuno può, in principio, disporne senza che ciò comporti il trasferimento di un qualche diritto di proprietà all’utilizzatore; che non si dà concorrenzialità nel loro utilizzo potendo tali elementi essere mobilitati da un utilizzatore senza che ciò comporti una preclusione o diminuzione delle possibilità d’utilizzo per un altro utilizzatore. Tra gli elementi materiali di un p. t. si possono trovare sia elementi naturali sia artefatti antropici; tra gli elementi immateriali figurano principalmente le conoscenze tacite e le competenze pratiche che si trasmettono nel seno di una collettività attraverso l’osservazione, l’imitazione, l’apprendimento. Principale caratteristica di un p. t. è che esso si definisce come risorsa per la riproduzione sociale solo nel momento in cui gli elementi territoriali materiali e immateriali che lo compongono vengono mobilitati all’interno della collettività per una qualche attività: è l’utilizzo stesso dei suoi elementi che garantisce al p. t. di conservarsi e trasmettersi nel tempo oltre che di specificarsi come risorsa per la riproduzione sociale. Il p. t. si configura pertanto come dispositivo sociale per il coordinamento di beni (naturali o prodotti), competenze e conoscenze territoriali utili ad alimentare l’identità e l’autonomia collettiva. Il funzionamento di tale dispositivo si regge su almeno due perni e ancoraggi geografici: l’appartenenza al contesto e la prossimità (intesa non tanto in termini di distanza fisica quanto in termini di modalità, mezzi, tempi, frequenza degli spostamenti nello spazio). La nozione di p.t. è relativamente recente e la sua affermazione nel dibattito accademico e pubblico non risulta ancora consolidata. Pur evocando in un certo senso quello di capitale territoriale, il concetto di p. t. se ne allontana perché alla connotazione produttiva insita nell’idea di capitale privilegia la connotazione istituzionale e comunicativa connessa, appunto, all’idea di patrimonio e più nello specifico all’idea di conservazione e trasmissione. La problematizzazione della nozione di p. t. affonda le sue radici nella riflessione sulle esternalità (positive o negative) – e più recentemente sui costi delle transazioni – prodotte da un’attività, non solo economica, su un’altra e da un attore individuale o collettivo su un altro attore.