patristica
Propr., lo studio della dottrina di quei pensatori che la Chiesa considera padri (➔ dottori della Chiesa), ma anche, in senso lato, di tutti gli scrittori cristiani vissuti nello stesso periodo, cioè tra il sec. 2° e il 7° (o 8°). La distinzione, nella storia della teologia, tra p. e scolastica (➔) nacque nell’età della Riforma, e la p. si tenne per molto tempo distinta dalla patrologia, che si limitava a nozioni di storia letteraria; ma l’intima connessione tra lo studio dottrinale e lo studio filologico-letterario ha portato al congiungimento delle due nozioni.
All’inizio degli studi di p. si può porre il De viris illustribus di Girolamo, che ebbe continuatori nell’antichità quali Gennadio di Marsiglia, e nel Medioevo Isidoro di Siviglia, Ildefonso di Toledo, Sigeberto di Gembloux (Liber de scriptoribus ecclesiasticis), l’Anonimo mellicense (dall’abbazia di Melk, in Austria), ecc.; mentre, tradotta in greco, l’operetta di Girolamo trovava la sua continuazione più importante nella Biblioteca di Fozio. Ma il grande impulso agli studi patristici fu dato dal Rinascimento, con le prime edizioni a stampa curate da illustri umanisti (si ricordi tra tutti Erasmo da Rotterdam), e dalla Riforma, con le controversie che essa suscitò in mezzo agli stessi riformati (e basterà rammentare l’opera di Ecolampadio sull’eucaristia) e tra questi e i cattolici; polemiche continuate durante il periodo della Controriforma, che coincise d’altra parte con il grande sviluppo dell’erudizione filologica, la quale pure diede il suo contributo agli studi patristici. È l’epoca dei grandi editori di testi, J.-B. Cotelier, É. Baluze, F. Chifflet, L. d’Achéry, A. Noël, D. Montfaucon, L.A. Muratori, ecc., e delle grandi collezioni o biblioteche: la Bibliotheca sanctorum patrum di M. de la Bigne (Binius, 8 voll. e una appendice, 1575-79), spesso ristampata e divenuta poi la Magna bibliotheca (14 voll., 1618-22) e la Maxima bibliotheca (27 voll., 1677), più tardi sostituita dalla Bibliotheca sanctorum patrum di A. Galland (14 voll., 1765-88), che si poté servire dell’opera degli eruditi del sec. 18°. Di pari passo con le pubblicazioni di testi andavano le storie letterarie: come il De scriptoribus ecclesiasticis di G. Tritemio, l’opera omonima di Roberto Bellarmino, la Nouvelle bibliothèque des auteurs ecclésiastiques di Louis-Ellies Du Pin (1686 segg.), l’Histoire générale des auteurs sacrés et ecclésiastiques (23 voll., 1729-63) di R. Ceillier, l’Analysis operum sanctorum Patrum di D. Schram (18 voll., 1780-96), e le opere dei protestanti G. Cave (Historia litteraria scriptorum ecclesiasticorum, 2 voll., 1688-98) e G. Schoenemann (Bibliotheca historico-litteraria Patrum latinorum, 2 voll., 1792-94). Infine, per ciò che riguarda le letterature cristiane orientali, e specie la siriaca, basterà citare il nome dei fratelli Assemani.
Nel sec. 19° l’alleanza tra la p. e la filologia si è venuta facendo sempre più stretta e appare più evidente nell’opera di A. Mai (Scriptorum veterum nova collectio, 10 voll., 1825-38; Spicilegium romanum, 10 voll., 1839-44; Nova Patrum bibliotheca, 1844-45), di J.-B. Pitra (soprattutto lo Spicilegium solesmense, 4 voll., 1852 segg.) e di M. J. Routh (Reliquia e sacrae, 1814 segg.). Grandi benemerenze, come organizzatore di una grande impresa editoriale, acquistò Jacques-Paul Migne, con la sua Patrologia, distinta nelle due serie, greca e latina. Negli ultimi anni del sec. 19° e nel 20°, si sono venute svolgendo grandi collezioni di testi, quali il Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum dell’Accademia di Vienna (1866 segg.) e la raccolta dei Griechische christliche Schriftsteller der ersten drei Jahrhunderte, che ha presto varcato gli stretti limiti cronologici originari, dell’Accademia di Berlino (1897 segg.). A queste grandi collezioni fanno riscontro, per gli scrittori di lingue orientali, il Corpus scriptorum ecclesiasticorum orientalium (dal 1903), delle univv. cattoliche di Washington e Lovanio, la Patrologia orientalis (dal 1907), diretta da R. Graffin e F. Nau, e la Patrologia Syriaca di R. Graffin (dal 1894). Attorno a queste poderose imprese, sono sempre da ricordare le edizioni critiche di opere d’autori cristiani comprese nelle maggiori collezioni di classici latini e greci, o nella serie degli Scriptores antiquissimi dei Monumenta Germaniae historica; e ancora alcune altre collezioni di testi, quali i Cambridge patristic texts, diretti da A.J. Mason (dal 1899), il Florilegium patristicum di G. Rauschen (1904 segg.), le Sources chrétienne (testo e trad. francese, dal 1941 sotto la direzione di H. De Lubac e J. Daniélou), gli Stromata patristica et medioevalia, sotto la direzione di Chr. Mohrmann e J. Quasten (1950 segg.), e il Corpus christianorum (dal 1954); inoltre, le collezioni miste, di testi e monografie, quali l’importantissima serie Texte und Unter-suchungen, cui sono legati soprattutto i nomi di A. von Harnack e O. Gebhardt (dal 1882), Texts and studies di Cambridge legati al nome di J. Armitage Robinson (dal 1891), i Kleine Texte, diretti da H. Lietzmann, gli Studies and documents, diretti da K. e S. Lake (1934 segg.). In Italia si possono ricordare altre due collezioni cessate, cioè la Bibliotheca sanctorum Patrum di P. Vizzini (1901) e gli Scrittori cristiani antichi (1921 segg.; spesso col testo, sempre la traduzione italiana) diretti da E. Buonaiuti, i Testi cristiani (1930) di G. Manacorda e la Corona Patrum Salesiana (testo e trad., dal 1936); qualche volume riferentesi all’epoca patristica contiene anche la raccolta degli Studi e testi della Biblioteca Vaticana e i Textus et documenta dell’Università Gregoriana. Tra le opere dedicate all’età p., ci limiteremo soltanto a ricordare alcune fra le maggiori opere di consultazione: anzitutto la Geschichte der altchristlichen Literatur bis Eusebius (1893-1904) di A. von Harnack e la Geschichte der altkirchlichen Literatur (3ª ed., 1910) di O. Bardenhewer, subito dopo le quali si possono porre l’Histoire de la littérature latine chrétienne, di P. de Labriolle, l’Histoire de la littérature grecque chrétienne (2ª ed. 1924) di A. Puech (3 voll., 1928-30), l’Histoire littéraire de l’Afrique chrétienne depuis les origines jusqu’à l’invasion arabe (7 voll., 1901-23) di P. Monceaux le parti riferentisi alla p. nelle opere di M. Schanz, Geschichte der römischen Litteratur, e di W. von Christ, Geschichte der griechischen Litteratur, dovute rispettivamente, nelle ultime edizioni, a G. Krüger, a W. Schmid e O. Stählin, la Geschichte der syrischen Litteratur (1922) di A. Baumstark e la Storia della letteratura latina cristiana (1925 segg.) di U. Moricca, oltre i numerosi manuali di patrologia, tra i quali citeremo solo la Patrologie (1938; 7ª ed. 1966; trad. it. Patrologia) di B. Altaner e la Patrology (1950 segg.; trad. it. Patrologia) di J. Quasten. In Italia si segnalano le iniziative editoriali della Collana dei testi patristici della casa editrice Città Nuova, che a iniziare dagli anni Settanta del Novecento ha pubblicato con regolarità testi in trad. it. (nei primi mesi del 2009 sono usciti i Discorsi sul povero Lazzaro di Giovanni Crisostomo e il secondo vol. della Dimostrazione evangelica di Eusebio). Va anche ricordata la collana Biblioteca patristica diretta da M. Nardini (con testi critici), tra i cui titoli si segnala il De spectaculis (2001) di Novaziano. Tra le diverse case editrici italiane che pubblicano edizioni critiche di testi patristici nelle loro collane di autori greci e latini (in genere con trad. it. a fronte e commento) merita un cenno la collana di Scrittori greci e latini, della Fondazione Valla. La ricerca ha prodotto in Italia alcune opere di carattere generale. Anzitutto è da segnalare la continuazione dell’opera di J. Quasten da parte dell’Istituto patristico Augustinianum: due voll. dedicati ai Padri latini a partire dagli inizi del 4° sec. fino a Beda e un vol. relativo ai Padri orientali (greci, armeni, siri, copti); questa vasta opera è frutto di collaborazione internazionale. Importanti sono anche due ampie letterature cristiane apparse di recente: la Storia della letteratura cristiana antica greca e latina di C. Moreschini ed E. Norelli (2 voll., 1999) e la Storia della letteratura cristiana antica (1999) curata da M. Simonetti e E. Prinzivalli; entrambi i manuali sono accompagnati da ricche antologie di testi dei Padri. Tra le opere di carattere generale si segnalano altresì: Complementi interdisciplinari di patrologia (1989); Res Christianae (1999), a cura di A. Quacquarelli, fondatore della rivista Vetera Christianorum e il Dizionario patristico e di antichità cristiana (3 voll., 2008). Nei decenni a cavallo tra 20° e 21° sec. forte interesse si è sviluppato in Italia per Origene e la scuola alessandrina, grazie all’associazione Gruppo italiano di ricerca su Origene e la tradizione alessandrina, che pubblica la rivista Adamantius (corredata da una ricca bibliografia). Un altro argomento che ha avuto un particolare sviluppo è stato la storia dell’esegesi giudaica e cristiana, in partic. patristica; in proposito è da ricordare il volume di M. Simonetti Lettera e/o allegoria (1985). Si segnalano inoltre i numerosi volumi pubblicati dall’Augustinianum e la Rivista ASE (Annali di storia dell’esegesi), pubblicata dal 1984, nella quale confluiscono le relazioni dei convegni annuali dei gruppi delle varie università italiane. La scoperta dei testi gnostici di Nag Hammadi, dopo la lenta opera di edizione, ha infine dato luogo a un gran numero di congressi e di pubblicazioni, specialmente in area germanica e americana.