De Clara, Patrizia
Nome d'arte di Clara Patrizia Cerrone, attrice teatrale e cinematografica, nata ad Alano di Piave (Belluno) l'8 novembre 1940. Intensa e robusta interprete gaddiana in Eros e Priapo (spettacolo diretto nel 1980 da Lorenzo Salveti), per il quale l'attrice è stata premiata a Saint Vincent, nel cinema ha ricoperto con originalità parti prevalentemente brillanti e 'di carattere', aggiudicandosi però, nel 1982, in un ruolo di diverso tenore, il Globo d'oro per Duetto (1981) di Tomaso Sherman.
Dopo gli studi superiori, nei primi anni Sessanta compì la sua formazione al Teatro universitario di Ca' Foscari, creato e diretto da Giovanni Poli, passando poi al professionismo come attrice comico-brillante con Mario Scaccia e con Franco Parenti da cui apprese l'arte del grottesco. Nel 1966 si unì a Roma alla Compagnia del Porcospino diretta da A. Moravia, D. Maraini, E. Siciliano dove per due stagioni vennero rappresentati testi di autori italiani appositamente scritti. In seguito fece parte della Compagnia dei Giovani diretta da Giorgio De Lullo, e continuò la sua carriera teatrale lavorando con registi diversi, tra cui va ricordato Franco Zeffirelli (Venti zecchini d'oro, 1968-69).
L'incontro con il cinema avvenne nel 1965 con il film di Lina Wertmüller Questa volta parliamo di uomini, in cui la D. C. è la protagonista, con Nino Manfredi, del quarto episodio Un brav'uomo, nel rassegnato ruolo di Antonia, moglie sfruttata e bistrattata dal marito, un rozzo contadino ciociaro. Dopo aver ricoperto la parte di suor Pasqualina accanto ad Alberto Sordi in Il medico della mutua (1968) di Luigi Zampa e nel seguito di Luciano Salce Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue (1969), fu la laida tenutaria della 'pensione per ragazzi' in Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano (1969) di Luigi Comencini e quindi suor Caterina in Bianco, rosso e… (1972) di Alberto Lattuada. Inserita in parti corali in Il Decameron (1971) di Pier Paolo Pasolini e in Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci, ha sostenuto nel 1975 il ruolo di una sgraziata donna romagnola, vera Erinni del piacere, personaggio antagonista del barone (Ugo Tognazzi) in La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone di Pupi Avati.Un premio per il cinema, il Globo d'oro, sarebbe arrivato nel 1982 come protagonista di Duetto di T. Sherman, nel personaggio di Maria, operaia con la passione per la lirica che, per uscire dalla sua squallida vita privata accanto a un marito ignavo e tradizionalista, trova il coraggio di cantare in una 'tampa' torinese, trasformandosi simbolicamente in una splendida Butterfly.Ma un eccezionale successo lo aveva raccolto in teatro nel 1980, con la superba intepretazione, connotata di forza ed espressività, di Eros e Priapo, il complesso monologo, nello stile di un'invettiva, sul duce e il fascismo, adattamento di L. Salveti del testo di C.E. Gadda scritto dopo la Liberazione. L'interpretazione le valse la Maschera d'oro Premio Idi-Saint Vincent e quindici anni di tournée in Europa e in America, oltre ai passaggi radiofonici e televisivi.Ha lavorato inoltre con Pál Sándor in Miss Arizona (1987), con Giacomo Battiato in Stradivari (1988), con Fabio Carpi in La prossima volta il fuoco (1993). La sua eclettica e rigorosa personalità professionale è emersa anche nelle numerose interpretazioni radiofoniche e televisive (tra queste ultime si ricordano Signorine grandi firme, I ragazzi del muretto, e L'impresario teatrale, da un testo 'brillante' di W.A. Mozart).