CAJESI, Patrizio ed Eugenio
Pittori. Patrizio C. nacque ad Arezzo nella prima metà del sec. XVI, morì a Madrid nel 1612, secondo il Bermúdez, o nel 1625, secondo il Palomino. Lavorava a Roma, quando fu invitato dall'ambasciatore di Filippo II ai servigi del re. Nel 1567 insieme con Romolo Cincinnati si recò a Madrid; e in Spagna la grafia del suo nome venne mutata in Caxes. I due artisti dipinsero gli appartamenti dell'antico palazzo reale. Poi Patrizio disegnò l'altar maggiore di S. Filippo reale, pure a Madrid, e nel 1605 decorò a Valladolid una grande sala per le feste. Nel 1608 compose alcuni paesaggi biblici con la vita di Giuseppe nella galleria della regina nel palazzo del Pardo. Tradusse e pubblicò nel 1593 a Madrid La Regla de las cinco órdenes de Architectura de Iacome de Vignola. Il figlio e discepolo Eugenio nacque a Madrid nel 1877 e vi morì nel 1642. Fu scelto da Filippo III per lavorare nel palazzo del Pardo, dove decorò la Sala delle udienze, dipingendo nella vòlta il Giudizio di Salomone. Sono di sua mano a Madrid le pitture del presbiterio del convento della Mercede e quelle della cappella del Vescovo nel convento di S. Francesco. Nel 1615 dipinse a fresco, con Vincenzo Carducci, la cappella della Madonna nella sagrestia della cattedrale di Toledo. I due artisti finirono pure in collaborazione i quadri dell'altar maggiore del monastero di Guadalupe.
Bibl.: A. Palomino, El museo pictórico y escala óptica, 2ª ed., Madrid 1697, II, pp. 424, 448-450; J. A. Ceán Bermúdez, Diccionario histórico de los mas ilustres profesores de las bellas artes de España, Madrid 1800, I, pp. 300-307; E. Llaguno y Amirola, Noticia de los arquitectos y arquitectura de España, Madrid 1829, III, p. 111; J. Martí y Monsó, Estudios histórico-artisticos relativos principalmente a Valladolid, Valladolid 1898-1901, passim; De la Viñaza, Adiciones al Diccionario de los más ilustres profesores de las bellas artes, Madrid 1894, II, p. 118; A. de Beruete y Moret, The School of Madrid, Londra 1909; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (s. v. Caxes).