PATROCLO (Πατροκλῆς e Πάτροκλος, Patrŏclus)
Eroe omerico, figlio di Menezio, famoso per l'amicizia che lo univa ad Achille. Nato a Opunte, nella Locride, in seguito all'involontaria uccisione di un compagno andò a Ftia, fu educato con Achille e lo seguì alla guerra troiana. Dapprima i due amici sbarcarono nella Misia, dove P., ferito, fu curato da Achille (cfr. la tazza del ceramista attico Sosia). A Troia, quando Achille si ritirò dalla lotta, P. rivestito dell'armatura di lui fece strage dei Troiani e fu ucciso da Ettore solo perché già stordito da Apollo. Achille vendicò l'amico: uccise Ettore, sacrificò dodici prigionieri troiani ai mani di P. e ordinò grandiosi giuochi funebri (cfr. il vaso François; v. clizia, p. 614). Achille e P. furono sepolti insieme nell'Ellesponto, dove ebbero culto; da solo P. era onorato a Opunte.
L'Iliade ci mostra P. abilissimo nel guidare i cavalli e valoroso, la sua figura domina nel canto XVI. Nella letteratura posteriore rimane invece oscurato da Achille a cui è sempre unito. Anche nell'arte figurata i due amici sono generalmente rappresentati insieme: nel periodo arcaico P. è, come nell'Iliade, più vecchio di Achille e barbato, in seguito sono coetanei. L'arte greca s'ispirò di preferenza alla lotta intorno al corpo di P.; quella etrusca e italica al sacrificio dei prigionieri troiani.
Bibl.: Weizsäcker, in Roscher, Lexikon der griech. u. röm. Mythologie, III, coll. 1691-1712; C. Robert, Die griechische Heldensage, II, 3, 2, i, Berlino 1923, pp. 1027-1031; K. Bulas, Les illustrations antiques de l'Iliade, in Eos, suppl. III, Leopoli 1929, passim. Per le raffigurazioni nell'arte etrusco-italica: E. Galli, in Ausonia, V (1910), pp. 118-127; id., in Mon. ant. Lincei, XXIV (1916), coll. 5-116; L. Savignoni, in Ausonia, V (1910), pp. 128-145; F. Messerschmidt, in Jahrb. d. Instituts, XLV (1930), pp. 62-75.