Ehrlich, Paul
Patologo tedesco (Strehlen, Slesia, 1854 - Homburg vor der Höhe 1915). È considerato il fondatore della chemioterapia e uno dei maggiori artefici della moderna tecnica istologica. Professore dal 1882 nella Facoltà di medicina dell’università di Berlino e dal 1887 all’Ospedale Charté di Berlino, nel 1890 entrò come assistente nel nuovo Istituto sulle malattie infettive fondato nello stesso anno da R. Koch e, nel 1896, venne nominato direttore di un istituto governativo per il controllo dei sieri terapeutici, creato appositamente a Steglitz, Berlino. L’anno successivo venne nominato Ufficiale sanitario a Francoforte sul Meno, dove nel 1899 viene creato il Regio Istituto di Terapia Sperimentale, di cui E. diventò direttore. Nei pressi dello stesso istituto nacque nel 1906 la fondazione privata Georg-Speyer-Haus, dedicata alla ricerca chemioterapica, sempre sotto la guida di Ehrlich.
Nei suoi studi E. è stato guidato dall’idea, sviluppata già nella sua tesi di laurea sulla colorazione selettiva, che «corpora non agunt nisi fixata». Vale a dire che le sostanze chimiche agiscono sui materiali organici, come le cellule o i prodotti biochimici dell’attività fisiologica legandosi a questi. In virtù di tali possibili interazioni chimiche le cellule possono essere colorate o avvelenate, e si possono anche predisporre strategie per colpire o neutralizzare in modo mirato gli agenti patogeni e i loro prodotti tossici. Lavorando sull’azione neutralizzante dell’antitossina difterica, scoperta da E. von Behring nel 1890, E. dimostrò che la reazione tra tossina e antitossina dipende dalla temperatura, e che il contenuto di antitossina nei sieri antitossici può variare, per cui era necessario stabilire standard in base ai quali il potere antitossico del siero possa essere esattamente misurato. Queste ricerche consentirono di standardizzare il siero antidifterico a partire da unità definite sulla base di uno standard invariabile. Attraverso queste ricerche E. elaborò una teoria della sintesi degli anticorpi, la teoria delle catene laterali, che anticipa diverse idee riprese solo a metà degli anni Cinquanta del Novecento, tra cui l’ipotesi che gli anticorpi siano recettori preesistenti sulle cellule. Per i suoi studi sull’immunità a E. venne conferito il premio Nobel per la medicina o la fisiologia nel 1908, insieme a I. Metchnikoff.
Con il trasferimento a Francoforte, E. cominciò a dedicarsi a sviluppare la sua idea della chemioterapia, basata sul concetto che la costituzione chimica dei farmaci può consentire, attraverso l’affinità per le strutture molecolari presenti sulle cellule, di progettare sostanze con cui ‘colpire’ e uccidere gli agenti patogeni. Insieme ai suoi collaboratori, E. selezionò e modificò centinaia di sostanze chimiche, che testò contro diversi agenti patogeni. Dopo aver sviluppato un trattamento per la tripanosomiasi, E. si concentrò sulla sifilide e studiò l’efficacia di preparati arsenicali: questi studi lo portarono a sintetizzare la produzione del salvarsan, a cui alcuni anni dopo si aggiungerà il neosalvarsan, meno efficace del primo ma più facile da produrre e da somministrare. Negli ultimi anni della sua vita E. lavorò anche sul cancro, partendo dall’ipotesi che i sarcomi si sviluppano dai carcinomi.
Biografia
1854 Nasce a Strehlen, Germania
1878 Dottorato in medicina, discutendo una tesi su teoria e pratica delle tecniche
di colorazione dei tessuti animali
1882 Pubblica il suo metodo di colorazione del bacillo di Koch
1890 Diventa assistente di R. Koch, allora direttore dell’Instituto per le malattie infettive di Berlino
1899 Direttore del Regio Istituto di Terapia Sperimentale, Francoforte sul Meno; qui comincia a sviluppare
la sua idea della chemioterapia
1908 Premio Nobel per la Medicina o la Fisiologia, insieme a I. Metchnikoff, per i suoi studi sull’immuntà
1915 Muore a Homburg vor der Höhe, Germania