GERHARDT, Paul
Poeta, nato a Gräfenhainichen il 12 marzo 1607, morto a Lübben il 27 maggio 1676. Studiò teologia a Wittenberg, ove rimase per oltre un decennio, da ultimo in qualità di diacono e precettore. Precettore lo si ritrova a Berlino nel 1643. Un salterio pubblicato dal cantore Johann Crüger diffondeva nel 1647 un primo gruppo di diciotto canti spirituali del G.; in una nuova edizione del 1653 il loro numero saliva a ottantuno, e a ottantotto nel 1661. Solo nel 1651 il G. ottenne il primo posto di pastore a Mittenwalde; ma già sei anni dopo era richiamato a Berlino come diacono alla chiesa di S. Nicola. Non avendo voluto sottostare al disposto dell'editto di tolleranza del Grande Elettore che imponeva di non polemizzare dal pergamo contro le altre confessioni, venne rimosso dall'ufficio (1668). Nel 1669 ritornava in Sassonia come arcidiacono della città di Lübben.
Il G. è il massimo poeta dell'ortodossia protestante. Mite e sereno, egli inclinava piuttosto alla contemplazione che all'attività. Come la sua natura, il suo canto è assai diverso da quello di Lutero. Destinato non all'ufficio divino, ma al coro e alla devozione privata, voleva soprattutto suscitare la pietà dei fedeli, la gratitudine e l'amore per Dio. Le derivazioni dal Paradiesgärtlein di J. Arndt e l'indole della religiosità del G. mostrano come anch'egli fosse toccato da quelle correnti mistiche, che avrebbero più tardi alimentato il pietismo. Dalle esagerazioni pietistiche al pari che dalle barocche si tenne però lontano. Carattere distintivo della sua poesia è la misura, singolarissima nel suo secolo, del quale non seguì le ambizioni letterarie, preferendo rimanere vicino alla semplicità del sentire popolare; i pochi componimenti d'occasione - alcuni in latino - sono più sinceri che eleganti.
La materia del suo poetare religioso il G. la dedusse in buona parte dalla Sacra Scrittura, in parte dall'innica latina medievale, in parte ancora da libri di edificazione del luteranesimo. Che delle sue fonti si valesse largamente, risponde solo alla consuetudine del tempo. Tuttavia gli riuscirono capolavori come: O Haupt voll Blut und Wunden, Befiehl du deine Wege, Ist Gott für mich, so trete, ecc. Ad altri canti gli diedero ispirazione avvenimenti pubblici, le feste annuali della chiesa, fenomeni naturali, le vicende delle stagioni e le umane. Nacquero così i bellissimi Nun ruhen alle Wälder e Geh aus, mein Herz, und suche Freud, nel quale ultimo un nuovo senso della natura è espresso con originalissima concretezza. In molti dei canti del G. il severo ethos e l'umanità del migliore protestantesimo son divenuti poesia; perciò si conquistarono presto nei salterî un largo posto, che ancora tengono.
Ediz.: La prima ediz. completa dei Canti è quella dell'Eberling, 1666-1667, v. ora: P. G.'s geistliche Lieder. Historisch-kritische Ausgabe, a cura di J. F. Bachmann, Berlino 1866; P. G. Sämtliche Gedichte, a cura di P. Kaiser, Lipsia 1907.
Bibl.: H. Petrich, P.G. Ein Beitrag zur Geschichte des deutschen Geistes, Gütersloh 1914; A. Farinelli, P.G., Torino 1920 (in L'opera di un maestro); R. Eckardt, P.G.-Bibliographie, Pritzwald 1909.