Landsberg, Paul Ludwig
Filosofo tedesco (Bonn 1901 - Orianenburg, Berlino, 1944). Allievo di Scheler, fu prof. nell’univ. di Bonn; di famiglia ebrea, con l’avvento del nazismo si rifugiò inizialmente in Spagna e, in seguito, in Francia, a Parigi da dove fu deportato nei campi di sterminio nazisti. L. è uno dei maggiori rappresentanti del personalismo, la sua riflessione si ispira alle tematiche del pensiero esistenziale cristiano e, in partic., di Agostino, Pascal e Kierkegaard. Concentrandosi sulla considerazione e analisi della persona, della propria esistenza e della relazione con Dio, L. sottolinea il contrasto, connaturato all’esistenza stessa, tra la consapevolezza dei limiti della individualità e l’innata e ineliminabile aspirazione umana all’infinito e all’eterno, che soltanto la morte sembra realizzare. Tra le sue opere principali: Einfhürung in die Antropologie (1934); Essais sur l’expérience de la mort (1937; trad. it. Il silenzio infedele: saggio sull’esperienza della morte) e, postumo, Problèmes du personnalisme (1952).