Filosofo della mente e scienziato cognitivo canadese (n. Vancouver 1942), dal 1984 prof. nell'univ. della California a San Diego. Ch. ha difeso con coerenza una concezione radicalmente materialista delle funzioni e delle attività mentali superiori, avanzando argomenti a favore del cosiddetto materialismo eliminativista, la concezione secondo cui gli stati mentali a cui fa correntemente riferimento il linguaggio della psicologia del senso comune (desideri, credenze, intenzioni ecc.) non avrebbero alcun corrispettivo neurocerebrale e verrebbero del tutto eliminati in una psicologia integralmente basata su nozioni neuroscientifiche. In tale prospettiva C. ha fatto largo ricorso all'intelligenza artificiale e ai modelli connessionisti, concepiti in stretta armonia con le neuroscienze, per precisare il funzionamento di alcune delle principali attività mentali superiori. Tra le opere: Scientific realism and the plasticity of mind (1979); Matter and consciousness. A contemporary introduction to the philosophy of mind (1984); A neurocomputational perspective. The nature of mind and the structure of science (1989, trad. it. 1992); Engine of reason, the seat of the soul. A philosophical journey into the brain (1995, trad. it. 1998); Neurophilosophy at work (2007). Ha spesso collaborato con la moglie Patricia Smith (n. 1943), che condivide un'analoga prospettiva. Di quest'ultima si ricordano: Neurophilosophy. Toward a unified science of the mind-brain (1986); in collab. con Ch., On the contrary. Critical essays: 1987-1997 (1998); Brain-wise. Studies in neurophilosophy (2002).