STREETEN, Paul Patrick
Economista britannico di origine austriaca, nato a Vienna il 18 luglio 1917. Il suo cognome originario, abbandonato per l'attuale nel 1943, era Hornig. Ebreo e impegnato attivamente in politica su posizioni di sinistra, nel 1938 lasciò l'Austria per la Gran Bretagna, ove compì gli studi universitari ad Aberdeen e a Oxford. In considerazione della sua nazionalità austriaca, all'inizio della guerra fu internato dalle autorità britanniche, prima vicino ad Aberdeen e, in periodi successivi, in prossimità di Liverpool, nell'isola di Man e in Canada. Rilasciato a condizione di entrare nel Corpo dei Pionieri, fece parte successivamente dei Commandos, partecipando nel 1943 allo sbarco in Sicilia, dove fu gravemente ferito. Si dedicò quindi nuovamente agli studi e, in seguito, all'insegnamento, che ha svolto a Oxford (Balliol College 1947-66 e 1968-78), alla Johns Hopkins a Baltimora (1955-56), nell'università del Sussex (1966-68) e in quella di Boston (1980-83) dove ora è professore emerito. Dal 1976 vive negli Stati Uniti. Ha ricoperto numerose cariche, tra cui quella di consulente speciale presso la Banca Mondiale (1976-80), di direttore delle ricerche dell'Overseas Development Council di Washington (1979-80), dell'Istituto per gli studi del Commonwealth presso l'università di Oxford, del Center for Asian Development Studies presso l'università di Boston (1980-83). Nel 1991 ha tenuto la cattedra Jean Monnet presso l'Istituto di Studi europei di Firenze.
I contributi di S. riguardano vari campi degli studi economici: l'economia del benessere, la teoria del commercio internazionale, la finanza pubblica, la teoria dell'inflazione, l'economia dello sviluppo. I problemi dello sviluppo costituiscono tuttavia il tema centrale dei suoi scritti. In uno dei primi S. esamina la questione del grado d'integrazione e di coordinamento tra economie e settori, ritenuto necessario per stimolare lo sviluppo economico. Discusso il concetto di sviluppo equilibrato, S. afferma che lo squilibrio può essere, in determinate circostanze, una condizione e uno stimolo allo sviluppo piuttosto che un ostacolo. In opere successive S. ha esaminato i diversi aspetti del problema del sottosviluppo, i vari approcci alla questione formulati nelle società avanzate e la loro applicabilità ai paesi sottosviluppati, gli obiettivi delle strategie di sviluppo proposte e le loro implicazioni di politica economica.
Tra le sue opere ricordiamo: Economic integration: aspects and problems (1961; 19642); The frontiers of development studies (1972); Trade strategies for development (1973); The limits of development research (1975); Development perspectives (1981); First things first: meeting basic human needs in developing countries, in collaborazione con S.J. Burki, M. ul-Haq, N. Hicks, F. Stewart (1981); Constructive responses to call for a new international economic order (1982); Development dichotomies (1985); What price food?: agricultural price policies in developing countries (1987); Surpluses for a capital-hungry World, in Beyond adjustment. The Asian experience, vol. curato da S. (1988); Mobilizing human potential: the challenge of unemployment (1989).