CASIMIR-PÉRIER, Paul-Pierre-Jean
Uomo di stato francese, nato a Parigi l'8 novembre 1847, morto ivi l'11 marzo 1907. Abbiatico del celebre ministro di Luigi Filippo (v. périer, CasimirPierre). Il padre, Augusto Casimiro Vittorio Lorenzo aveva ottenuto d'incorporare legalmente nel cognome gentilizio il nome Casimiro, donde il nuovo'nome di famiglia Casimir-Périer. Fece il suo tirocinio politico come capo di gabinetto del padre, che era stato ministro dell'Interno negli anni 1871-72, e ne seguì l'orientamento verso sinistra. Nel febbraio 1876 fu eletto membro della Camera dei deputati con programma repubblicano, andò a sedere al centro sinistro e votò contro il ministero di concentrazione monarchica presieduto dal duca Alberto de Broglie. Rieletto nei comizî del 1877, ebbe la carica di sottosegretario del Ministero della pubblica istruzione nel gabinetto costituitosi nel dicembre di quell'anno sotto la presidenza del Dufaure. Il cammino delle idee politiche, prevalenti in seno alla maggioranza parlamentare, fu molto più rapidamonte inclinato verso un rovesciamento della situazione esistente al momento del voto delle leggi costituzionali repubblicane di quanto potesse desiderare il C., convinto partigiano di una repubblica conservatrice. Quando poi, morto il conte di Chambord, la fusione dei partiti monarchici, raggruppati intorno al conte di Parigi, sembrò ai radicali costituire un pericolo per la loro permanenza al potere e furono proposte leggi d'eccezione contro i principi d'Orléans, il C., per non separarsi dalla maggioranza di sinistra, nelle cui fila militava, e per non venir meno d'altra parte alla tradizione famigliare d'attaccamento alla casa Orléans, depose il mandato legislativo. Rieletto peraltro deputato nel 1883, fu nominato poco dopo sottosegretario di stato per la Guerra, carica che conservò fino al 1885. Nel 1890 divenne vice-presidente della Camera dei deputati e nel 1893 presidente. Il 3 dicembre di quello stesso anno gli fu infine affidato il compito di costituire un gabinetto ch'egli presiedette per sei mesi, tenendo al tempo stesso il portafoglio degli Affari esteri. Quando nel maggio del 1894 egli lasciò il potere, fu subito rieletto presidente della Camera dei deputati; ma nel giugno il presidente della repubblica Sadi Carnot era assassinato dall'anarchico italiano Caserio e l'Assemblea nazionale, desiderosa di fronteggiare così gravi minacce all'ordine sociale, eleggeva il C. a suo successore. Fra lo stupore generale sei mesi più tardi, il 15 gennaio 1895, all'indomani delle dimissioni del ministero Dupuy, il C. si dimetteva dall'altissima carica, verosimilmente per aver riconosciuto che i suoi poteri costituzionali non gli consentivano di esercitare un'azione politica efficace. Ritiratosi a vita privata, il C. non si occupò più che d'imprese industriali e di opere di previdenza sociale, uscendo una sol volta dal suo riserbo, quando fu chiamato a deporre nel processo rinnovato al capitano Dreyfus dinanzi al Consiglio di guerra di Rennes. La testimonianza dell'ex-presidente della repubblica contribuì allora a migliorare la situazione dell'imputato.
Bibl.: F. Choulet, La famille C.-P., Grenoble 1894.