RABAUT, Paul
Fu il più celebre dei "pastori del deserto" nel sec. XVIII e principale sostenitore della chiesa ugonotta di Francia. Nacque a Bédarieux (Hérault) il 29 gennaio 1718; si mise al seguito dei pastori, perseguitati allora dalla monarchia francese, quale proposant o aiuto; a Nîmes nel 1742 divenne pastore; a 26 anni fu vicepresidente del sinodo nazionale di Lédignan. Rincrudita in quell'anno la lotta contro i riformati, il R. esercitò il suo ministero di nascosto. Venuto il periodo della tolleranza, tornò pastore a Nîmes, sino al 1785 quando chiese di esserne esonerato. Nel 1787 fu proclamata ufficialmente la tolleranza e il 20 maggio 1792, in piena rivoluzione, toccò al R. di pronunciare la preghiera di dedicazione del primo tempio ugonotto a Nîmes. Sotto il Terrore fu imprigionato a Nîmes e liberato dopo il 9 termidoro; morì colà il 25 settembre 1794. Lasciò qualche scritto. Fu soprannaturalista e ligio agl'insegnamenti tradizionali della sua confessione; solo parve tendere un momento verso un'organizzazione episcopale per togliere di mezzo i continui dissensi dei pastori.
Furono suoi figli: Jean-Paul, detto Rabaut-Saint-Étienne, nato a Nîmes nell'aprile del 1743; studiò a Ginevra e a Losanna; pubblicò alcuni scritti e sermoni. Il generale Lafayette, quando ritornò dall'America in Francia, lo incoraggiò a portarsi a Parigi per reclamare dal re uno stato civile anche per i riformati. Vi fu infatti bene accolto (1785) ed ebbe parte nella promulgazione dell'editto di tolleranza del 1787. Fu eletto agli stati generali nella circoscrizione di Nîmes e si diede tutto alla politica. Fu membro dell'Assemblea costituente, disciolta la quale restò a Parigi e collaborò nei giornali. Si dimostrò contrario alla condanna del re. Fu presidente della Convenzione nazionale col 23 gennaio 1793; costretto a fuggire nel giugno, fu arrestato e mandato alla ghigliottina il 5 dicembre 1793, mentre sua moglie si uccideva.
Jacques-Antoine, detto Rabaut-Pommier, nato a Nîmes il 24 ottobre 1744; studiò col fratello Saint-Étienne a Ginevra e Losanna, fu pastore a Marsiglia e a Montpellier. Nel 1792 fu delegato alla Convenzione nazionale e stette coi Girondini; riuscì a fuggire col fratello nel giugno 1793, ma poi arrestato con lui; in seguito fu liberato e riprese il suo posto nella Convenzione. Fu quindi delegato al Consiglio degli Anziani, sottoprefetto del Vigan (7 aprile 1800), membro della Legion d'onore. Pastore a Parigi nel 1802, con la restaurazione uscì dalla Francia e rimase due anni a Kleve in Germania. Ritornato, morì a Parigi il 16 marzo 1820.
Pierre, detto Rabaut-Dupuis, nato a Nîmes nell'aprile 1746, si diede alla mercatura. Nel 1793 fuggì all'estero; fu membro del Consiglio degli Anziani nel 1797. Approvò il colpo di stato del brumaio 1799, entrò nel corpo legislativo e vi rimase sino al 1806; era presidente dell'assemblea nel 1802 quando si fece il plebiscito per dare a Napoleone il consolato a vita; nel 1804 fu anche consigliere di prefettura del Gard. Si occupò dei problemi delle chiese protestanti. Morì a Nîmes il 13 settembre 1808.
Bibl.: F. Lichtenberger, Encyclopédie des sciences religieuses, XI, Parigi 1881, p. 73 segg.; Th. Schott, Die Kirche der Wüste, 1715 bis 1787, Halle s. S. 1893; gli scritti di Paul sono raccolti da A. Picheral e Ch. Dardier, P. R. Ses lettres à A. Court, voll. 2, Parigi 1891, e da A. Monod, Les sermons de P.R., ivi 1917; quelli di Jean, da Boissy d'Anglas, Discours et opinions de R.-St.-É., voll. 6, ivi 1820-26, e per lui v. anche A. Lods, Essai sur la vie de R.-St.-É., ivi 1893; R. Mirabaud, R.-St.-É., ivi 1930; su Jacques-Antoine, v. A. Lods, Le pasteur R. P., ivi 1893.