SABATIER, Paul
Nato a Saint-Michel-de-Chabrillanoux (Cevenne) il 3 agosto 1858, morto a Parigi il 5 marzo 1928. Calvinista, esercitò per qualche anno (1885-1893) il pastorato, dedicandosi quindi completamente agli studî di storia francescana, allo sviluppo dei quali egli contribuì anche con la fondazione, ad Assisi, di una Société internationale des études franciscaines (1902).
La sua brillante e suggestiva Vie de Saint François (Parigi 1893; oltre 40 ed. successive e trad. in tutte le lingue principali), impostasi al gran pubblico anche per i suoi innegabili pregi di stile, spesso di sapore alquanto renaniano, accolta favorevolmente anche dai cattolici e poi messa all'Indice (1894), ha certo il merito di avere esattamente definito il carattere della personalità di San Francesco dipingendolo come il puro teodidatta, il profeta che non deve nulla, nella sua formazione religiosa, alla Chiesa e che fu trascinato a inserire la sua azione nell'ambito dell'azione curiale quasi suo malgrado; ma appare oggi superata soprattutto per un deficiente inquadramento dell'azione di San Francesco nei movimenti religiosi italiani dei secoli XII e XIII, e per l'insensibilità del S. a cogliere i presupposti e i riflessi sociali e politici della predicazione francescana. Essa rivelava comunque un'ottima conoscenza delle fonti, e, difatti, non si potrebbe negare oggi che all'attività del S. risale lo studio sistematico comparativo delle fonti francescane (si vedano soprattutto i testi e le ricerche da lui pubblicati, a partire dal 1898, nella Collection d'études et de documents sur l'histoire religieuse et littéraire du moyen âge e quindi, dal 1901, negli Opuscules de critique historique), per quanto le sue opinioni critiche non abbiano sempre trovato favore e del tutto errata si sia rivelata la sua tesi che lo speculum vitae contenesse la più antica biografia di S. Francesco, scritta, secondo il S., da frate Leone fino dal 1227 (v. anche francesco, santo: Fonti, p. 846 segg.).
La sua stessa formazione teologica, improntata alle idee protestanti-liberali di L.-A. Sabatier (v.), la dimestichezza con gli ambienti cattolici italiani e francesi lo portarono a partecipare in pieno al movimento modernista (v. la sua opera Les modernistes, Parigi 1909) e "papa del modernismo" egli poté esser definito, per quanto oggi non ci si possa dissimulare che la sua azione in seno al modernismo fu soprattutto esterna e che la sua formazione spirituale, concretatasi indipendentemente dal modernismo, lo doveva lasciare ai margini di quelle preoccupazioni dalle quali era sorto, in ambiente cattolico, il movimento modernista (v. modernismo). Allo scoppio della guerra mondiale il S., contro il voto pacifista emesso dalla Società di studî francescani, difese pubblicamente (v. The Times del 22 luglio 1915) gl'ideali per i quali la Francia era scesa in guerra. Nel 1919 fu nominato professore di storia ecclesiastica nella facoltà teologica protestante di Strasburgo.