Scrittore francese (Parigi 1610 - ivi 1660); antiaccademico e antipreziosista, fu noto al suo tempo come poeta burlesco (Oeuvres burlesques, 1644 e 1651; Typhon, ou la gigantomachie, 1644; Le Virgile travesty, 7 voll., 1648-53). Scrisse anche per il teatro (Jodelet ou le maître valet, 1645; Jodelet souffleté, 1647; L'écolier de Salamanque, 1655; Le gardien de soy-même, 1655; Le marquis ridicule, 1656; gli intermezzi burleschi Les boutades du Capitan Matamor, 1647; L'héritier ridicule, 1650, ecc.), ma diede la miglior prova del suo ingegno e della sua arte nel Roman comique (1651; 2a parte 1657), che descrive la vita picaresca di una compagnia di attori. Sono inoltre da ricordare il libello frondista La Mazarinade (1651) e le novelle tragicomiche La précaution inutile (1655), L'adultère innocente (1656), Châtiments de l'avarice (1656), Plus d'effets que de parolles (1657). Mentre era già infermo e paralitico, sposò (1652) Françoise d'Aubigné, che divenne poi la marchesa di Maintenon (v.). n La figura e la vita di S. hanno ispirato a C. Mendès la fortunata commedia Scarron (1905).