Wegener, Paul
Attore cinematografico e teatrale e regista cinematografico tedesco, nato a Jerrentowitz/Arnoldsdorf l'11 dicembre 1874 e morto a Berlino il 13 settembre 1948. Dalle caratteristiche fisiche inconfondibili (statura massiccia, tratti mongoli), fu non solo uno degli attori più noti del suo Paese, ma rappresentò forse la figura più interessante e poliedrica della Germania degli esordi cinematografici: con la sua volontà di nobilitare artisticamente il giovane medium, con la ricerca di una recitazione basata sulla sottrazione e poco teatrale, più atta alla macchina da presa, creò, per es., con la maschera del Golem, un modello poi seguito dalla successiva tradizione americana dell'horror. Figura chiave ancor più di Henrik Galeen nell'ambito del fantastico, conferì a questo genere pilota del cinema degli anni Dieci, in cui si accavallano tratti tipici della cultura tedesca a elementi di largo gusto popolare, un impulso enorme con la sua multiforme attività di interprete, regista, sceneggiatore e produttore.
Figlio di proprietari terrieri, già durante il liceo a Königsberg iniziò a fare esperienza in teatro. Dopo la maturità nel 1894, abbandonò subito gli studi in giurisprudenza per dedicarsi anima e corpo alla carriera di attore che lo portò nel 1906 ad approdare al prestigioso Deutsches Theater di Max Reinhardt, dove rimase sino al 1913. Fu questo l'anno in cui si accostò, non per mera opportunità economica, al cinema, il nuovo medium di cui, tra i primi, intravide le possibilità artistiche già a partire dalla sua prima interpretazione nel (doppio) ruolo dello studente Balduin in un film 'seminale' come Der Student von Prag (1913) di Stellan Rye. Seguì poi un'altra opera ancora più significativa, Der Golem (1915) di Galeen, di cui fu, oltre che protagonista, anche co-sceneggiatore, rielaborando una leggenda ebraica molto in voga all'epoca nel teatro e nella letteratura (coevo è il celebre romanzo di Gustav Meyrink). Per questi film e per alcuni scritti e discorsi sulla specificità artistica del mezzo, W. si profilò dunque quale maggiore esponente dell'Autorenfilm degli anni Dieci. Oltre che con il personaggio dell'uomo d'argilla risvegliato alla vita (ripreso e sviluppato nei successivi Der Golem und die Tänzerin, 1917, da W. diretto e sceneggiato, e in un eccellente remake, Der Golem, wie er in die Welt kam, 1920, Golem ‒ Come venne al mondo, diretto insieme a Carl Boese) l'attività registica di W. proseguì soprattutto nel campo del Märchenfilm con film quali Rübenzahls Hochzeit (1916), Der Yoghi (1916), Hans Trutz im Schlaraffenland (1917) o Der Rattenfänger (1918). Negli anni Venti, però, rallentò l'attività di autore tuttofare soprattutto dopo il disastro economico di un film da lui diretto e prodotto, Lebende Buddhas (1924; Il fantasma di Budda), per dedicarsi prevalentemente alla recitazione. Oltre ai due film 'orientali' di Ernst Lubitsch, la pantomima Sumurun (1920) e Das Weib des Pharao (1922; Theonis, la donna dei faraoni), lo si ritrova, di rado, in ruoli realistici come in Die Weber (1927) di Friedrich Zelnik. Per il resto prevalsero le interpretazioni di figure 'demoniache', a lui congeniali per i suoi tratti fisici; tra esse da ricordare The magician (1926; Il mago) di Rex Ingram, per cui fu ingaggiato a Hollywood dalla Metro Goldwyn Mayer, Alraune (1928; La mandragola) di Galeen o Unheimliche Geschichten (1932) di Richard Oswald, prima prova nel sonoro. Alla presa del potere di A. Hitler abiurò le sue idee progressiste per realizzare regie di modesti film di confezione, mentre le interpretazioni migliori vennero, paradossalmente, da alcuni film di propaganda e da personaggi negativi: così per es. in Hans Westmar (1933) di Franz Wenzler o in Der grosse König (1942; Il grande re) e Kolberg (1945; La cittadella degli eroi), entrambi di Veit Harlan. Dal 1937 si dedicò soprattutto al teatro; finita la guerra, malato di cuore, W. tornò al cinema e ai temi fantasy a lui cari per l'ultima volta in Der grosse Mandarin di Karl-Heinz Stroux, uscito postumo, nel 1949.
Paul Wegener. Sein Leben und seine Rollen, hrsg. K. Möller, Hamburg 1954; W. Noa, Paul Wegener, Berlin 1964; H.H. Diederichs, Der Student von Prag. Einführung und Protokoll, Stuttgart 1985.