Pedagogista brasiliano (Recife 1921 - San Paolo 1997). Abbandonata la professione forense per dedicarsi ai problemi dell'educazione popolare e della ricerca pedagogica, dal 1946 al 1954 diresse il Centro di educazione e di cultura del servizio sociale di Pernambuco e nel 1961 fondò a Recife il Movimento di cultura popolare. In seguito al colpo di stato in Brasile del 1964, fu dapprima imprigionato e poi costretto all'esilio in Cile. Chiamato a Ginevra dal Consiglio ecumenico delle chiese, nel 1971 venne eletto presidente dell'Istituto ecumenico del servizio per lo sviluppo dei popoli. La sua "pedagogia dell'emancipazione", che si fonda su un metodo dialogico e problematizzante, intende promuovere fra le masse dei diseredati un'alfabetizzazione come presa di coscienza politica e conseguente avvio di un processo di liberazione insieme personale e collettivo. Tra i suoi scritti: Educação como práctica da liberdade (1967; trad. it. 1973); Pedagogia do oprimido (1970; trad. it. 1971); Essa escola chamada vida (con F. Betto, 1985; trad. it. 1986); Pedagogia: diálogo e conflito (in collab., 1986; trad. it. 1995). Nel 1996 in Italia è stato pubblicato il volume Conversazioni con Paulo Freire: il viandante dell'ovvio, a cura di E. Passetti.