PAUSANIA (Παυσανίας)
Nobile macedone, uccisore del re Filippo. Di lui null'altro ci è noto se non la partecipazione al regicidio. Del quale fu l'esecutore e la vittima, certo non l'ideatore, benché le fonti mirino concordi a ritenere P. il solo colpevole, al fine evidente di scagionare Alessandro e Olimpiade. P. avrebbe voluto vendicare su Filippo la vergognosa violenza patita alcuni anni avanti, verso il 344, per opera di Attalo, e l'offesa recatagli dal re stesso, che gli aveva negato soddisfazione. Secondo un'altra versione, invece, anche meno credibile, il motivo sarebbe pura vanagloria erostratea, contaminata o purificata di classicismo tirannicida. In realtà, come tuttora trapela da una terza versione, P. fu lo strumento di Olimpiade e della nobiltà feudale, che avversavano Filippo e per la nuova politica filelleno-antipersiana e per il favore concesso ad Attalo. Comunque sia, nell'autunno 336, a Ege, mentre Filippo celebrava le nozze di sua figlia Cleopatra col re di Epiro Alessandro il Molosso, P., allora guardia del corpo, si avventò contro il re e l'uccise con una stoccata. Inseguito e raggiunto dalle altre guardie, fu processato e, conforme al diritto macedone, crocifisso.
Bibl.: H. Berve, Das Alexanderreich auf prosop. Grundlage, II, Monaco 1926, pp. 308-309. Sulle fonti, R. Schubert, Untersuchungen über d. Quellen z. Gesch. Philipps II., Königsberg 1904, pp. 15-25; id., Die Quellen z. Gesch. d. Diadochenzeit, Lipsia 1914, pp. 231-234; A. Momigliano, in Rend. R. Ist. lomb., LXV (1932), pp. 528-530. Sull'esecuzione di P., cfr. Pap. Oxyr., n. 1798, fram. 1, e il commentario di U. Wilcken, in Sitzungsber. d. preuss. Akad., 1923, pagine 151-154, e di F. Jacoby, Fragm. d. griech. Hist., II BD, pp. 533-34; P. Treves, Demostene e la libertà greca, Bari 1933, pp. 46, 47, 57-58.