pavento
Come " paura " per un possibile pericolo è attestato in If XXIII 22 i' ho pavento / d'i Malebranche. Noi li avem già dietro, dove il timore nasce dal pensiero dei demoni beffati (vv. 13-18); improbabile la lettura io pavento: cfr. Petrocchi, ad locum.
In Rime LXVIII 20 qual mi vederà n'avrà pavento, significa piuttosto " sgmento " (" già son venuto a tale... / che ogn'om mi mira per iscontraffatto ", Cino Sì mi distringe 85-87).