Poeta e scrittore lettone (distretto di Liepa, Livonia, 1889 - Riga 1937); studiò a Valmiera e poi a Mosca (1910-14). Dopo gli anni della prima guerra mondiale trascorsi nel Caucaso (1921-35) fu redattore a Riga di varie riviste e periodici. Oltre a essere autore di numerose raccolte e poesie (tra cui Zobens un lilija "La spada e il giglio", 1920; Mans Korans "Il mio Corano", 1923), in cui esprime il travaglio dell'uomo chiamato a Dio ma fatalmente attratto verso il suo contrario, scrisse numerosi racconti, novelle e romanzi: tra questi, Divas sejas ("Due volti", 1921) e Uguns celi ("Le vie del fuoco", 1924), una dilogia filosofica; Ceplis ("La fornace", 1928), lavoro satirico trasposto cinematograficamente; Valmieras puikas ("I ragazzi di Valmiera", 1936), la sua opera più riuscita, centrata sulla rivoluzione del 1905.