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PCR (sigla dell'ingl. Polymerase Chain Reaction)

di Nicoletta Rossi - Dizionario di Medicina (2010)
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PCR (sigla dell'ingl. Polymerase Chain Reaction)

Nicoletta Rossi

PCR

Utilizzo e applicazioni delle biotecnologie

La velocità e la specificità della PCR, e la possibilità di ottenere copie teoricamente infinite di un particolare gene o regione di DNA, hanno trovato immediati riscontri in molti settori delle biotecnologie: dalla diagnostica di laboratorio alla microbiologia, all’oncologia, allo studio delle malattie ereditarie, alla medicina legale, alla paleontologia. In biologia la PCR ha permesso di chiarire la funzione di molti geni, di eseguire mappe genetiche accurate ed è stata ed è tuttora di fondamentale importanza per la realizzazione del Progetto genoma umano. La PCR viene usata anche nell’ambito della paleontologia e dell’antropologia molecolare. Nello studio dei processi evolutivi, si è rivelata indispensabile per l’analisi della filogenesi molecolare (la classificazione degli organismi in funzione della relazione esistente tra proteine o tra acidi nucleici), e per la ricostruzione degli alberi genealogici ‘universali’, basati sulla caratterizzazione dei genomi delle varie specie.

Amplificazione di sequenze bersaglio

La PCR permette l’amplificazione selettiva di una o più specifiche sequenze bersaglio in un campione eterogeneo di sequenze. Spesso il substrato di partenza è il DNA genomico totale di un particolare tessuto o di determinate cellule in coltura, in cui la sequenza bersaglio di solito rappresenta una minuscola frazione. Ad es., se si intende amplificare 1,6 kb del gene della α-globina dal DNA umano (le dimensioni del genoma aploide umano sono pari a 3.300 Mb), il rapporto tra DNA bersaglio e DNA di partenza sarà di 1,6: 3.300∙103, ossia ca. 1:2.000.000. Molte reazioni di PCR hanno come obiettivo l’amplificazione di bersagli ancora più piccoli, come singoli esoni, che con una media di 140 coppie di basi ca. rappresentano meno dello 0,000005% di una popolazione di partenza di DNA genomico umano. Nel caso che le sequenze bersaglio siano segmenti di DNA codificante, il DNA di partenza è costituito dal cDNA totale, preparato isolando l’RNA di un tessuto o di una linea cellulare di interesse, che viene poi convertito in DNA con l’ausilio dell’enzima trascrittasi inversa. Il procedimento si chiama RT-PCR, dove RT sta per Reverse Transcriptase.

Le indagini microbiologiche

Uno dei campi di applicazione più importanti della PCR, dal punto di vista sia clinico-epidemiologico che di ricerca, è la microbiologia: la tecnica può essere infatti usata per l’identificazione, in un campione di materiale infetto, di un qualsiasi patogeno (virus, batterio) di cui sia conosciuta anche solo una limitata porzione della sequenza genomica. Ad es., il virus HIV, grazie alla PCR può essere individuato in fase di diagnosi, quando ancora il numero di copie è ancora molto basso, prima che la malattia venga conclamata. Sono virtualmente analizzabili mediante PCR tutte le malattie genetiche ereditarie di cui sia stato identificato il locus genetico implicato, quali, per es., le varie forme di talassemia, di emofilia, la distrofia muscolare di Duchenne e altre. Data la sensibilità di questa tecnologia è possibile distinguere fra alleli che differiscano anche per un solo nucleotide. Grazie ai test genetici i potenziali genitori possono essere identificati come portatori sani di malattie ereditarie, o i figli per verificare se sono realmente affetti dalla patologia in questione. La possibilità di rilevare il DNA anche con quantità limitate di materiale cellulare ha conferito un ruolo di particolare rilievo a questa tecnologia nella diagnostica prenatale: in questo caso sono sottoposte a PCR cellule fetali ottenute da amniocentesi o da campioni di villi coriali. La PCR può essere anche applicata nel campo della fecondazione in vitro, per capire se gli embrioni umani allo stadio di 6÷8 cellule (blastomeri) siano portatori di anomalie, prima di procedere all’impianto degli embrioni nell’utero materno. La PCR viene impiegata anche nella tipizzazione dei tessuti, per l’analisi degli antigeni di istocompatibilità, indispensabile nei trapianti d’organo, e per l’identificazione di tipi cellulari specifici appartenenti a uno stesso organismo.

Un settore che si è di recente avvalso della tecnica della PCR è quello della medicina legale: è possibile la tipizzazione del patrimonio genetico di un individuo da minime quantità di tessuto (capelli, frammenti di pelle, sangue, saliva, liquido seminale, ecc.), mediante PCR, utilizzando marcatori del DNA altamente polimorfici. Si procede in modo analogo per le esclusioni o gli accertamenti di paternità.

La PCR è uno strumento diagnostico anche nel campo dell’oncologia. È possibile infatti identificare diversi elementi genetici (ad es., oncogeni e geni oncosoppressori, geni per fattori di crescita e loro recettori, mutazioni puntiformi o traslocazioni) correlati con la genesi e l’evoluzione dei tumori. Le principali applicazioni in questo ambito includono sia la possibilità di caratterizzare la patologia su base molecolare, sia di individuare le cellule tumorali residue resistenti alla chemioterapia, sia di mettere a punto la terapia più efficace per il singolo paziente.

PCR in tempo reale (Real time PCR)

È una forma di PCR quantitativa con due principali applicazioni: quantificare l’espressione genica (e confermare l’espressione differenziale dei geni individuati mediante analisi di ibridazione con microarray); vagliare le mutazioni e i polimorfismi di un unico nucleotide. Nei laboratori di analisi viene utilizzata anche per misurare la quantità di sequenze di DNA o RNA in campioni clinici o industriali (agenti patogeni, OGM, contaminanti dei cibi e delle acque, ecc.). Questa tecnica ha permesso di superare le critiche rivolte alla PCR in quanto metodologia non quantitativa ma solo qualitativa, che si basavano sul fatto che, essendo una procedura che amplifica in modo esponenziale gli acidi nucleici partendo da quantità infinitamente piccole, avrebbe rivelato anche molecole di contaminanti presenti nel campione senza nessun significato infettivo o patologico, quindi con molti falsi positivi.

Vedi anche
mutazione biologia Variazione ereditaria della struttura del materiale genetico, spontanea o indotta da agenti mutageni fisici o chimici. Il termine fu usato da H. De Vries (1901), l’ideatore della teoria delle mutazione o mutazionismo. Egli riteneva che le mutazione fossero sempre rappresentate da deviazioni ... genetica Ramo delle biologia che si occupa del materiale ereditario, cioè della sua struttura, del suo modo di funzionare, delle modalità della sua trasmissione, sia da una cellula alle sue discendenti (se si tratta di cellule dello stesso organismo si parla di genetica somatica) sia da una generazione all’altra ... biotecnologie Tecnologie che controllano e modificano le attività biologiche degli esseri viventi per ottenere prodotti a livello industriale e scientifico.  ● Tecniche di controllo e modifica degli organismi viventi sono note sin dall’antichità, per es. la fermentazione; ma il grande impulso alle biotecnologie è ... ingegneria genetica Insieme di tecnologie che permettono la manipolazione in vitro di molecole di DNA, in modo da provocare cambiamenti predeterminati nel genotipo di un organismo (➔ biotecnologie, genetica). Mediante queste manipolazioni genetiche è possibile produrre nuove combinazioni di geni, determinare specifiche ...
Tag
  • DISTROFIA MUSCOLARE DI DUCHENNE
  • ANTIGENI DI ISTOCOMPATIBILITÀ
  • PROGETTO GENOMA UMANO
  • FECONDAZIONE IN VITRO
  • TRASCRITTASI INVERSA
Altri risultati per PCR (sigla dell'ingl. Polymerase Chain Reaction)
  • PCR
    Enciclopedia on line
    Sigla di polymerase chain reaction («reazione a catena della polimerasi»), metodologia utilizzata per ottenere quantità che ammontano a μg di copie di segmenti specifici di DNA o di RNA, partendo da quantità minime (anche una sola molecola) presenti in una preparazione di acidi nucleici. Ideata negli ...
  • reazione a catena della polimerasi
    Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
    Franco Rollo Tecnica che permette di replicare, in vitro, frammenti di DNA con particolare efficienza e rapidità. Messa a punto nella prima metà degli anni Ottanta da Kary B. Mullis, motivo per cui ha ottenuto il premio Nobel per la chimica nel 1993, la PCR (Polymerase chain reaction) si caratterizza ...
Vocabolario
PCR
PCR ‹pičči-èrre› s. f. – Sigla dell’ingl. Polymerase Chain Reaction «reazione a catena della polimerasi» (v. polimerasi).
reaction
reaction (Reaction) s. f., raramente m. Nei siti di relazione sociale in internet, ciascuna delle emoji che permettono agli utenti di esprimere differenti reazioni ai contenuti postati. ◆  [tit.] Facebook oltre i Like, ecco i Reaction /...
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