peace-keeping
<pìis kìipiṅ> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – L’insieme di attività promosse su decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per preservare la pace in una zona dove è appena terminato un conflitto. Le operazioni di peace-keeping si fondano sul rispetto di tre principi basilari: l’imparzialità degli operatori, il consenso e l’impegno delle parti coinvolte a rispettare le regole sancite, la rinuncia all’uso della forza da parte degli operatori a eccezione che per autodifesa personale o del mandato stesso. Nell’immediatezza della fine degli scontri armati, il personale delle missioni di peace-keeping interviene per riportare l’ordine, garantire la sicurezza della popolazione, per esempio disinnescando le mine antiuomo, monitorare il rispetto del cessate il fuoco, sostenere il ripristino dell’autorità dello Stato e la capillarità della sua azione. Le operazioni di peace-keeping preparano di fatto il terreno per lo svolgimento delle missioni di , ma i confini tra i due tipi di operazioni sono molto incerti, poiché competenze e finalità delle due missioni sono per certi versi sovrapponibili, insistendo entrambe sull’obiettivo di assicurare e mantenere la pace. Nel 2012 le operazioni di peace-keeping nel mondo, dirette dal Dipartimento delle operazioni di p. delle Nazioni Unite, erano 16 (v. ).