PEDARÎ
. Espressione originariamente scherzosa, usata in Roma ad indicare quei senatori che non si levavano ad esprimere il loro parere sui problemi in discussione, ma esercitavano la funzione soltanto con l'atto di votare (il che si faceva coi piedi, cioè portandosi a destra o a sinistra del magistrato presidente). Secondo il Mommsen, seguito da molti studiosi, tale sarebbe stata la situazione giuridica originaria dei senatori di rango meno elevato (dei plebei, o forse di coloro che avevano rivestito le sole magistrature minori). Sembra invece più probabile che nel gergo parlamentare il nome sia stato dato, in epoca già avanzata, ai senatori che non avevano occasione di dicere sententiam a causa del modo in cui la discussione si svolgeva, interpellando cioè i presenti in ordine di grado e di anzianità e chiudendo la discussione appena sembrasse matura. Nell'epoca del principato, quando le gerarchie furono più nettamente segnate, pedarî si dissero in pratica i senatori che non erano stati né consoli né pretori; e l'uso ebbe tal diffusione, che nella curia di qualche municipio si credette di poter usare il nome di pedarî come denominazione ufficiale dei decurioni che non avevano ancora rivestito le più alte cariche cittadine.
Bibl.: M. De' Dominicis, Il "ius sententiae" nel senato romano, Perugia 1932; Th. Mommsen, Röm. Staatsrecht, III, Lipsia 1888, pp. 962 segg., 892; P. Willems, Le Sénat de la républ. rom., Parigi-Lovanio 1883, p. 89 segg.