ALVARADO, Pedro de
Nacque a Badaioz (Spagna), nel 1486. Prima di partecipare alle imprese di Fernando Cortés, fu con Juan de Griialva che, partito da Matanzas (Cuba), nell'aprile del 1518, esplorò la costa del golfo del Messico. Seguendo questo esempio, don Diego Velazquez de Cuellar, governatore dell'isola di Cuba organizzò una spedizione, affidandone il comando a Cortés, uomo di sua fiducia. Ma questi, non soddisfatto del piano preparato dal governatore, decise di procedere per conto proprio; e, guadagnatasi nel novembre del 1518 la flotta già pronta all'Avana, nel febbraio dell'anno seguente partì con nove bastimenti. Uno di essi era comandato da Pedro de Alvarado, che guerreggiò bravamente accanto a Cortés contro gli Aztechi, durante il periodo della conquista. Nel 1520, giungeva in Messico Panfilo de Narvaez con 16 bastimenti e 1500 uomini. Cortés, messosi in marcia contro di lui, lasciò A., con un corpo di Spagnuoli a Tenochtitlán. Qui il luogotenente di Cortés si abbandonò ad atti d'inaudita crudeltà contro il fiore della aristocrazia messicana. Onde, quando Cortés tornò vittorioso alla città azteca, trovò la popolazione sollevata contro A. Gli Spagnuoli, battuti, furono costretti a precipitosa e disastrosa ritirata notturna, la cosiddetta noche triste (30 giugno 1520), di cui abbiamo un racconto misto di storia e di leggenda.
Finita la campagna del Messico, Cortés volle ampliare la sua conquista. E, per ordine suo, A. percorse con Gonzalo de Sandoval i territorî dei Zapotecas ed il litorale del golfo del Messico fino all'odierno stato di Tabasco, in cerca dell'ipotetico stretto del mare del Sud, e fondò i villaggi di Espíritu Santo e Medellín. D'accordo col Cortés, iniziò, nel marzo del 1523, la campagna di Guatemala con il combattimento di Tutucapec, in aiuto del cacicco di Tehuantepec; e, ottenuta l'alleanza del signore di Guatemala, ritornò in Messico. Riorganizzata la spedizione, ripartì il 13 dicembre 1523 alla volta di Tehuantepec, e cominciò la sottomissione del Soconusco. Fiera la resistenza del signore di Utatlán; ma egli la spezzò, diede alle fiamme la capitale, ridusse in schiavitù gli abitanti. Vinti poi, nella famosa battaglia di Quezaltenango, 80.000 indigeni condotti dal regolo Tecum, fondò la città di Santiago de los Caballeros (luglio del 1524). Ma gli Indiani di Cuscatlán, respinti i suoi messaggi di pace, lo costrinsero a tornarsene nel Messico. Da Vera-Cruz s'imbarcò per la Spagna. Qui, mentre Cortés, che già perdeva favore, chiedeva il governo della Nuova Spagna, egli ottenne la capitania generale di Guatemala, sposò Francisca de la Cueva, di famiglia influente alla corte di Carlo V, e ritornò in America (1530). Rimasto vedovo, organizzò nel 1536 una flotta che si recò al Perù, dove fondò le città di Lima e Quito. Ma di lì a poco, abbandonata l'impresa, e ceduta l'armata per 100.000 pesos oro ai conquistatori Francisco Pizarro e Diego de Almagro, lo stesso anno s'incamminò verso Honduras, ove fondò San Juan del Puerto de Caballos, San Pedro Zula e Gracias a Dios. Ritornò poi in Spagna, dove ricevette il titolo di ammiraglio del Mare del sud. Dedicò i due ultimi anni della sua vita alla ricerca delle leggendarie isole delle spezierie. Per questa impresa, desiderando la collaborazione del viceré don Antonio de Mendoza, approdò nel Messico. Era l'epoca della conquista del Mixtón, i cui abitanti si erano sollevati contro il governatore Cristóbal de Oñate. Costui chiese aiuto all'A. Ma gli Spagnuoli furono sconfitti e l'A., che aveva preso parte all'assalto di Nochistlant, cadde nei precipizî di Jalisco e morì poco dopo (giugno del 1541). Le sue spoglie riposano a Guatemala. Dare a questo paese un accesso settentrionale diretto al mare era stata una delle sue aspirazioni; e, per riuscirvi, era venuto a compromesso con l'adelantado del Yucatan, don Francisco de Montejo, che possedeva la costa di Honduras e aveva affrontato un'aspra campagna contro i grandi cacicchi Sinacam e Sequechul.
Bibl.: J. Lopez Rayon, ediz. del Proceso de residencia contra Pedro de Alvarado, Messico 1847; F. A. de Fuentes y Guzman, Historia de Guatemala, II, Madrid 1883; A. Altolagrione y Duvale, D. Pedro de Alvarado, Conquistador de Guatemala y Honduras, Madrid 1905; A. W. Kurtz, ediz. delle Relaciones hechas por Pedro de Alvarado à Fernando Cortés, Guatemala 1913; A Letter of Pedro de Alvarado relating to his Expedition to Ecuador, New York 1917; C. Pereyra, Historia de America Española, V, Madrid 1924.