BERRUGUETE, Pedro e Alonso
Pedro, pittore spagnolo, nacque a Parades de Nava (Palencia) alla metà del sec. XV, morì circa il 1506. Dovette avere la sua prima iniziazione nella pittura in uno studio simile a quello di Fernando Gallego, di tradizione fiamminga, prima di passare in Italia, ove su lui influirono, a Urbino, Piero della Francesca e Melozzo da Forlì, poich'egli ā certamente quel "pittore Pietro Spagnuolo" di cui fanno menzione documenti del 1477, a Urbino. Nel palazzo ducale d'Urbino, come risulta da studî recenti, il B. eseguì la maggior parte dei ritratti commessi a Giusto di Gand, comunemente attribuiti a lui e ai suoi scolari, e oggi divisi tra il Louvre e la galleria Barberini. In seguito dipinse con Melozzo, sempre per la medesima biblioteca del duca d'Urbino, le figure allegoriche delle arti, oggi nelle gallerie di Berlino e di Londra. Nel 1483 era già ritornato nella Spagna. Sono andate perdute quasi tutte le pitture murali ch'egli eseguì nella cattedrale di Toledo, meno una piccola parte di quelle della cappella di S. Pietro in detta chiesa; ma rimane un gran numero di quadri a olio da lui dipinti. Le opere principali della sua ultima epoca si conservano in Avila, ma anche il museo del Prado, la parrocchia di Paredes de Nava e collezioni private di Spagna possiedono suoi dipinti, che dimostrano come egli in patria ritornasse sotto il predominio dell'influenza fiamminga.
Alonso B., scultore, figlio di Pedro, nacque a Paredes de Navas (Palencia), tra il 1486 e il 1490. Dapprima lavorò accanto al padre, e alla morte di lui, circa il 1506, venne in Italia per esercitarsi nella scultura e nella pittura. Secondo il Vasari, copiò a Firenze il cartone della Sorpresa di Cascina di Michelangelo; a Roma partecipò a un concorso indetto dal Bramante per una copia del Laocoonte da fondere in bronzo. Tornato a Firenze, ricevette l'incarico di finire un quadro di Filippino Lippi, che non riuscì tuttavia a portare a termine, a causa del suo ritorno in Spagna. Qui si trattenne più d'un anno a Saragozza, dove, per incarico del vicecancelliere d'Aragona, don Antonio Agustín, lavorò al sepolcro che questi si preparava e alla decorazione della sua cappella in Santa Engracia, opere perdute. Nominato pittore e scultore di camera da Carlo V, passò a Madrid e a Granata, ma nemmeno in queste città si conserva traccia dell'arte sua. Infine sembra prendesse dimora a Valladolid e vi stabilisse la sua bottega. Mirava soprattutto a essere espressivo, cercando effetti di forza e di commozione con atteggiamenti forzati e contorti di figure scarne, allungate. La sua arte evoca, più che definire; dalla natura prende solo quello che può rendere più intensa l'espressione. Purtroppo il B. lasciò il compimento di molte opere agli aiuti; di parecchie anzi si riservò solo la direzione. Le più importanti sono: la pala della Mejorada in S. Andrea di Olmedo; quella di San Benedetto in Valladolid; quella del collegio di Santiago in Salamanca; quella di Santiago in Valladolid; parte del coro della cattedrale di Toledo; la pala di Sant'Orsola nella stessa città; la porta della sala capitolare nella cattedrale di Cuenca; la Trasfigurazione di Ubeda; il sepolcro del cardinal Tavera, in Toledo, e la pala di Santiago in Caceres, incompiuta.
V. tavv. CXCIX e CC.
Bibl.: Per Pedro B.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III, Lipsia 1909 (con la bibl. precedente); I. Allende-Salazar, La familia de Berruguete, in Boletin de la Sociedad Castellana de Excursiones, settembre 1915; id., P. B. en Italia, in Archivo Español de Arte y Arqueología, III (1927), pp. 133-38; A. L. Mayer, Geschichte d. spanischen Malerei, Lipsia 1922; C. Gamba, P. B., in Dedalo, VII (1926-27), pp. 638-62. - Per Alonso B: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IV, Lipsia 1910; Orneta, Berruguete y su obra, Madrid 1917; V. v. Logan, Spanische Plastik, Monaco 1923, p. 21 seg.; G. Weise, Spanische Plastik aus sieben Jahrh., Reutlingen 1925, pp. 65-66.