MACHUCA, Pedro
Architetto, scultore e pittore. Di lui s'ignorano la patria e gl'inizî artistici. Il Gómez-Moreno afferma ch'egli dovette imparare l'arte con Giuliano da Sangallo a Firenze nel 1516, ossia nell'ultimo anno di vita di Giuliano; ma lo stile del presunto allievo è molto diverso da quello del Sangallo, mentre fa ricordare quello del Bramante. Certo è, che il palazzo di Carlo V, di cui il M. fu "maestro maggiore", non è opera di architetto formatosi nell'ambiente spagnolo allora goticheggiante, ma di artista che aveva studiato per qualche tempo in Italia. Il palazzo fu incominciato nel 1529, poco prima che il Covarrubias desse principio alla cappella dei Re Nuovi nella cattedrale di Granata: semplicità classicheggiante e nobiltà imperiale sono le sue doti caratteristiche, esenti del tutto da reminiscenze "plateresche". Ciò non vuol dire che il M. rinunziasse all'ornamentazione: egli l'adoperò con parsimonia e con perizia, servendosene per dar risalto all'architettura cercando le masse e l'accordo delle linee; elegante e inventivo, benché imitatore e teorico, si avvicinò più d'ogni altro allora nella Spagna alle proporzioni italiane. L'atrio circolare del palazzo di Carlo V, completamente bramantesco e di carattere maestoso, è circondato da gallerie senza arcate, ma solo con colonne e architrave, quasi si fosse voluto tornare alla struttura greca. I lavori del palazzo, lasciato incompiuto dal M., furono continuati da Luis suo figliuolo e, morto questo nel 1579, finiti da Juan de Orea e da Juan de Miniares. Pedro Machuca e l'italiano Niccolò da Corte eseguirono nel 1570 la fontana imperiale dell'Alhambra molto sobria nell'ornato. Anche nella pittura (dipinti nella cattedrale e nella Cappella reale di Granata) il M. aderì alle forme dell'arte italiana, ma non superando la mediocrità.
Bibl.: L. S., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con la bibl. precedente).