Poeta e critico spagnolo (Madrid 1891 - Boston 1951); dapprima professore nelle univ. di Siviglia e di Murcia, dopo la sua fuga dalla Spagna in seguito alla guerra civile, insegnò alla Johns Hopkins University di Baltimora. Nelle sue prime raccolte poetiche (Presagios, 1924; Seguro Azar, 1929; Fábula y signo, 1931; Amor en vilo, 1933; La voz a tí debida, 1934) si delinea già il suo temperamento lirico costantemente teso all'espressione essenziale e a quella nitidezza d'immagine che è prerogativa di J. R. Jiménez. Tale rigore espressivo si accentua nelle raccolte successive ove è individuabile un più rigido intellettualismo (Razón de amor, 1936; Largo lamento, 1939; El contemplado, 1946; Todo más claro y otros poemas, 1949), determinato anche dall'impegnata attività critica di S. che nelle sue opere (Jorge Manrique o tradición y originalidad, 1947; La poesía de Rubén Darío, 1948; El difensor, 1948) conduce precise analisi con stretto rigore scientifico e felice intuizione. L'amore, considerato come l'unica realtà conoscibile, è il tema preferito della lirica di S.: di qui le sue minuziose indagini sull'argomento e il suo interesse per lo studio di alcune situazioni psicologiche. Negli ultimi anni scrisse varie opere drammatiche (pubbl. post., 1956) decisamente realistiche, che non fece rappresentare, non prive di pregi nella strutturazione e nel dialogo. Tra le opere in prosa: Víspera del gozo (1926); La bomba increíbile (1950); El desnudo impecable (1951).