peer to peer
<pìë të pìë> locuz. ingl., usata in it. come locuz. agg. e sost. masch. o femm. – Rete informatica nella quale i computer degli utenti connessi fungono nello stesso tempo da client e da server (in sigla, P2P). In tal modo, gli utenti sono in grado di accedere direttamente l'uno al computer dell'altro, visionando e prelevando i file presenti nelle memorie di massa e mettendo a loro volta a disposizione i file che desiderano condividere. La condivisione dei file in modalità P2P è ormai una pratica diffusa in tutto il mondo ed è stata una delle modalità d’uso che hanno favorito la crescita delle connessioni a banda larga. Al di là delle vicende giudiziarie spesso associate al file sharing, alcune delle quali hanno anche affrontato controversie legali per violazione dei diritti di autore, questo fenomeno ha dimostrato la capacità di intercettare i bisogni degli utenti e ha spinto interi settori dell’industria culturale a innovare i propri modelli di produzione e distribuzione dei contenuti. Le architetture P2P costituiscono in un certo senso la più naturale evoluzione delle architetture basate su cluster di calcolatori: anziché sfruttare le capacità di calcolo di un limitato numero di nodi di elaborazione collegati in una rete locale, esse sfruttano, infatti, tutte le possibilità offerte dai sistemi connessi su insiemi di reti geografiche, come, per es., Internet. Anche se in un certo senso condividono lo stesso obiettivo finale delle architetture grid, ossia consentire la condivisione di un elevato numero di risorse di calcolo distribuite, le due architetture si basano su contesti profondamente diversi. In ambito grid, le risorse condivise sono permanenti e di alto livello, dato che sono messe a disposizione da gruppi che partecipano a un'organizzazione virtuale piuttosto che da singoli utenti finali; l'accesso a tali risorse è controllato per mezzo di servizi centralizzati o gerarchici, sulla base di precise regole definite dalle organizzazioni locali. Nelle architetture P2P, al contrario, le risorse condivise non sono permanenti e sono rese disponibili dall'utente finale con un controllo degli accessi spesso limitato (se non addirittura nullo). Diversamente da altre architetture di elaborazione, come, per es., i cluster di calcolatori o le griglie computazionali, la filosofia alla base di una rete P2P è quella di garantire un rapporto alla pari tra tutti i nodi di elaborazione che partecipano alla comunicazione: ogni nodo mette a disposizione i propri servizi e allo stesso tempo usufruisce dei servizi offerti dagli altri nodi, consentendo di distribuire i costi (risorse di calcolo, spazio su disco, banda di comunicazione) tra tutti i nodi dell'architettura. Questa filosofia è diversa da quella tradizionale basata sul sistema client-server, nella quale esiste invece una separazione netta di ruoli tra il server, che mette a disposizione i suoi servizi, e i client, che sono semplicemente i fruitori di tali servizi.
Dal peer to peer classico a BitTorrent. – La modalità di condivisione dei file per mezzo di protocolli P2P ‘classici’, quali per es. Gnutella oppure eDonkey (che è il protocollo adottato dal programma eMule), non prevede la presenza di alcun server chiamato a gestire il file sharing tra i vari computer collegati (v. fig. 1). Questa struttura orizzontale, di tipo non gerarchico, fa sì che il sistema non possa essere bloccato per mezzo di eventuali provvedimenti restrittivi emanati dalle autorità giudiziarie in relazione alla difesa del copyright, perché non esiste la possibilità materiale di individuare, ed eventualmente porre sotto sequestro, il ‘motore’ del sistema. Diverso è il caso del P2P di nuova generazione (v. fig. 2), che sfrutta il protocollo BitTorrent e che è stato fermato in più di un’occasione da provvedimenti giudiziari presi in Italia e all’estero. Si tratta infatti di un sistema ibrido che opera per metà in base a una funzionalità di file sharing classico e per metà in base a quella supportata da un normale server web. Dalla prima deriva la struttura a due vie (downloading e uploading) di condivisione dei file tra gli utenti che si collegano a Internet con l’apposito software (client); dalla seconda eredita la presenza di un server centrale (in gergo definito server traccia, tracker), che svolge il ruolo di ‘torre di controllo’ del traffico di file, coordinando le richieste degli utenti che stanno cercando di scaricare file e fornendo informazioni su chi ha i frammenti necessari. Per mezzo di BitTorrent si può scaricare contemporaneamente uno stesso file da più fonti e allo stesso tempo; non appena scaricato il singolo frammento del file quest’ultimo viene messo a disposizione degli altri utenti che stanno scaricando lo stesso file ma ancora non hanno quel frammento a disposizione; tutto ciò, senza dovere quindi aspettare di avere il file completo: questo rende il protocollo in questione uno strumento particolarmente efficace per velocizzare il downloading senza attendere giorni e giorni per completarlo come accade spesso con il P2P tradizionale.