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PEIRE Cardenal

di Salvatore Battaglia - Enciclopedia Italiana (1935)
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PEIRE Cardenal

Salvatore Battaglia

Trovatore provenzale, che poetò dal 1216 al 1271. Secondo il suo biografo, Miquel de la Tor, P. C. sarebbe nato al Puy, di famiglia nobile; avviato al sacerdozio e agli studî, avrebbe preferito la vita nomade e libera del poeta, ch'egli del resto intese come alta missione etica e sociale e in cui portò effettivamente i segni d'una sua cultura viva e meditata. Le allusioni delle sue poesie si collegano tutte alle regioni del Velay, del Vivarais e dell'Alvernia, e parecchie canzoni sono dedicate al conte di Tolosa, probabilmente Raimondo VII.

Di P. C. ci sono pervenute 70 poesie, più una ventina di dubbia attribuzione; il suo canzoniere è perciò fra i più ricchi della tradizione occitanica ed è sufficiente per ricostruire il temperamento aspro e pessimista di questo singolare poeta. Per un verso la sua maniera si può ricollegare a quella dell'antico Marcabruno (v.), che nella lirica provenzale aveva inaugurato il genere moralistico con atteggiamenti satirici antisentimentali e soprattutto misogini; ma P. C. porta una diversa esperienza, di contenuto più largamente umano e più attento alla realtà sociale. Vissuto nel clima spirituale creatosi con la vicenda albigese, egli ne avverte la profonda crisi, cogliendone gli aspetti soprattutto etici: la poesia e il costume trovatorici, l'ambiente aristocratico, la classe ecclesiastica, gli ordini religiosi - e specialmente il domenicano - i rapporti familiari e affettivi sono tutti livellati su uno stesso piano e giudicati nelle loro più stridenti antinomie; cosicché il suo poetare investe le più profonde esigenze dell'umanità. Ma la forma stilistica con cui P. C. traduce questi suoi ideali di giustizia, di umiltà e di schiettezza, è di stampo satirico-oratorio e si risolve in una continua, serrata e fremente requisitoria contro l'intera società contemporanea, in cui si sente desolatamente straniero e incompreso (questa condizione egli ha tradotto con arguzia nella nota favola: Una ciutat fo, no sai quals). I riferimenti individuali e le confessioni personali non trovano posto in questa lirica amara e virulenta, che non ha rispetti per nessuna classe e svela crudamente le ombre della condotta umana, contro cui riafferma con una vigoria nuova e robusta i principî originarî della morale evangelica. Egli, che detestava il saio dei predicatori, ebbe però il temperamento intransigente del domenicano; ma nella sua concezione liberale e quasi intuitiva della vita cristiana disdegnava quell'interesse mondano e politico, che invece stava a base della repressione albigese: in questo senso, infatti, si possono riconoscere in P. C. un'intima corrispondenza col moto ereticale e una dolorosa coscienza dell'inesorabile tramonto a cui si avviava la civiltà provenzale. E poiché l'espressione più tipica e più íedele di essa era costituita dalla poesia amorosa e cortese, P. C. non esitava a discuterne con atteggiamento completamente negativo l'intero contenuto sentimentale e artistico, ormai stilizzatosi al di fuori di ogni ideale etico: soprattutto in due canzoni egli affermava con piena consapevolezza critica il suo temperamento di "antitrovatore" (Ar mi puois ieu lauzar d'amor e Ben tenh per folh). Fra tutti i poeti provenzali, P. C. ebbe il merito di allargare - eredità che purtroppo non ebbe seguaci - i limiti angusti entro cui si andava inaridendo la lirica trovatorica.

Ediz.: Manca un'edizione delle sue poesie. Se ne veda la lista con i riferimenti bibliografici in A. Pillet, Bibliogr. der Troubadours, Halle 1933.

Bibl.: F. W. Maus, P. C.s Strophenbau ecc., Marburgo 1884; K. Vossler, P. C., ein Satiriker aus dem Zeitalter der Albigenserkriege, nei Sitzungsberichte dell'Accademia di Monaco, 1916; A. Jeanroy, La poésie lyrique des troubadours, Parigi 1933, pp. 187-193.

Vedi anche
Aimeric de Belenoi Trovatore provenzale (n. Lesparre, Gironda, fine sec. 12º). Cantò una dama di nome Gentils de Rius. Restano di lui una dozzina di canzoni, un discordo, un gioco-partito con Arnaut Catalan, un canto alla Vergine, un serventese enumerativo. Folchétto di Marsiglia Folchétto (o Fólco; provenz. Folquet) di Marsiglia. - Trovatore e religioso provenzale (m. 1231); fu in rapporti con Riccardo Cuor di Leone, Alfonso II d'Aragona, Alfonso VIII di Castiglia, ecc. Dopo molti anni di vita mondana si fece frate. Divenne abate nel 1201; nel 1205 vescovo di Tolosa, prese parte ... Arnaldo Daniello (provenz. Arnaut Daniels). - Trovatore provenzale nativo di Ribérac (Dordogna): svolse la sua attività poetica fra il 1180 e il 1210 circa. Ci restano di lui diciotto componimenti. A. Arnaldo Daniello rinnovò la struttura della canzone trovadorica; cercò la ricchezza delle rime e accordò questa esigenza ... Raimóndo VI conte di Tolosa Raimóndo VI conte di Tolosa. - Figlio (n. 1156 - m. 1222) di Raimondo V, cui successe nel 1194, continuò la politica paterna appoggiandosi alla borghesia contro i feudatarî, e sostenendo l'eresia catara (o albigese). L'uccisione del legato pontificio Pietro di Castelnau, che l'aveva scomunicato (1208), ...
Altri risultati per PEIRE Cardenal
  • Cardenal, Peire
    Enciclopedia on line
    Trovatore provenzale nato a Puy-en-Velay, attivo fra il 1205 e il 1272, legato alla corte tolosana sotto Raimondo VI e Raimondo VII. Ci sono pervenuti sotto il suo nome una settantina di componimenti, non tutti d'attribuzione sicura, ispirati a una schietta vena satirico-moralistica.
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