Scrittore francese (Lione 1859 - Neuilly-sur-Seine 1918). Influenzato dal padre, cattolico e legittimista, e da un fratello, cultore di scienze occulte, appassionato delle opere di Wagner, iniziò la sua carriera letteraria come discepolo di Barbey d'Aurevilly. Si rese noto per certi atteggiamenti eccentrici, ritenendosi puro cavaliere dello spirito come un Parsifal in lotta col suo tempo irreligioso e materialistico, e dandosi la qualifica di sār ("gran sacerdote" in lingua caldea). Fondatore dell'ordine religioso-estetico della Rose-Croix il cui motto, ad rosam per crucem, ad crucem per rosam, stava a significare che l'arte deve riacquistare il senso dell'ideale e la chiesa il senso della bellezza; la civiltà occidentale sarebbe altrimenti destinata a morire. Fu autore di un ciclo di 19 romanzi, La décadence latine (1886-91), singolare mescolanza di idealismo allucinato, erotismo e occultismo. Il meglio della sua opera è forse da ricercare nei saggi di estetica: La décadence esthétique (1888). Scrisse anche alcune tragedie, tra cui una "Wagnerie Chaldéenne" dal titolo Le fils des étoiles (1892).