Figlio (m. Gisalecchio, Pontremoli, 1269) di un Pelavicino (m. 1217) nipote di Oberto I, di una famiglia che aveva feudi nel Piacentino, Parmigiano e Cremonese; fu un capo del partito ghibellino in Lombardia e in Emilia. Con Federico II (1238) combatté contro Brescia, l'anno dopo era vicario imperiale di Lunigiana, nel 1243 (già col titolo di marchese) fu a capo del vicariato di Versilia, Garfagnana e Lunigiana. Dopo la morte dell'imperatore, P. vide ridimensionato il suo potere, riuscendo comunque a inserirsi nelle lotte fra le città e i partiti, e fu podestà e poi signore di Pavia (1253), Cremona e Piacenza. Alleato d'Ezzelino da Romano contro i guelfi, ruppe con lui (1258) dopo l'acquisto in comune di Brescia, e unitosi a re Manfredi contribuì al crollo d'Ezzelino a Cassano. Parve salire a più alta potenza quando i Torriani lo fecero (1260) capitano generale e signore di Milano, nello stesso tempo in cui era signore di Brescia, Pavia, Piacenza e Alessandria. La riscossa guelfa (1264-65), che seguì alla venuta di Carlo d'Angiò, dopo averlo ridotto al solo Borgo San Donnino, lo cacciò definitivamente da Milano.